Treni, l’odissea della Brescia-Parma

La tratta è una delle più problematiche delle ferrovie. Ritardi, guasti e le numerose fermate rendono il viaggio estenuante ai pendolari.

(red.) Un’odissea lunga 92 chilometri. L’estensione della tratta Brescia-Piadena-Parma non è certo delle più lunghe, eppure i ritardi, i rallentamenti, i guasti rendono il viaggio verso la cittadina emiliana epico quanto quello omerico. Provare per credere. I pendolari costretti a viaggiare sui vecchi vagoni trainati da locomotrici diesel lo sanno benissimo.
Martedì 6 maggio, per esempio, il primo treno è stato soppresso, proprio a causa di una perdita di gasolio dal serbatoio. Il secondo parte e attraversa tutta la pianura fermandosi nelle più desolate e disparate stazioni padane. Diciassette in totale.  San Zeno, Folzano, Montirone, Ghedi, Viadana, Calvisano, Visano, Remedello Sopra, Remedello Sotto, Asola, Piadena, San Giovanni in Croce, Casalmaggiore, Mezzani- Rondani, Colorno, Torrile-San Polo e, finalmente, Parma. Un’ora e 50 di viaggio che diventano puntualmente due, se non di più.
Tanti gli studenti che da Parma poi prendono un altro treno in direzione Bologna. Ma tanti anche i professionisti che a causa di ritardi e disagi perdono appuntamenti o sono costretti a partire con larghe ore di anticipo per evitare inconvenienti. Per non parlare poi delle condizioni delle carrozze: la terza classe non esiste in Italia, ma a giudicare dalla sporcizia, dai servizi igienici intasati, dai sedili unti e laceri verrebbe da pensare il contrario. E sarebbe anche perdonabile qualificandola come eccezione estemporanea se non 

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