Treni, «pagare di più nelle ore di punta»

Questa la proposta dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. I consumatori: «Intollerabile stangata a carico dei cittadini».

(red.)Oltre al danno, la beffa. Suona più o meno così il commento dei pendolari bresciani, dopo l’ultima ipotesi avanzata dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti.
Con quella che egli stesso ha definito una proposta impopolare, infatti, l’ad ha suggerito una variazione nei prezzi dei biglietti dei treni nelle ore di punta che preveda «fasce tariffarie differenziate come ci sono negli altri paesi, con sistemi di incentivazione e disincentivazione di certi orari».
In sostanza, viaggiare in certe fasce orarie costerebbe più che in altre. Inoltre, ha continuato Moretti, «bisogna iniziare a ricostruire i regimi di attività delle grandi città», scandendo in maniera differenziata gli orari di «università, scuole e amministrazioni in modo da neutralizzare l’effetto ora di punta».
Come prevedibile, l’ipotesi ha fatto insorgere le associazioni Federconsumatori e Adusbef, che considerano la proposta «un’intollerabile stangata a carico dei cittadini costretti a viaggiare in condizioni inumane su convogli sporchi, vetusti, sovraffollati».
Secondo le associazioni, sarebbe invece prioritario garantire «concreti investimenti per l’implementazione del servizio, per la manutenzione e la messa in sicurezza della rete, non certo una presa in giro di questo genere».
Di diversa opinione è Moretti, «Stiamo già investendo quasi 3 miliardi per comprare treni locali, peccato che dalla politica non abbiamo visto un centesimo». Secondo l’amministratore delegato di Fs, infatti, «Protestare sui tagli dei treni è come chiedere a chi produce auto di regalarle».
Considerando i dati dei primi nove mesi del 2013, comunque, secondo Moretti i conti delle Ferrovie, visto l’utile di 278milioni con cui si è concluso il primo semestre, vanno «molto bene».

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