Strage, Tramonte e Maggi restano liberi

I due condannati all'ergastolo nel processo d'appello "bis" non saranno detenuti fino alla sentenza della Cassazione dove ricorreranno i loro legali.

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Sentenza strage(red.) A distanza di due giorni dalla sentenza di condanna all’ergastolo di mercoledì 22 luglio inflitto a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di piazza Loggia a Brescia, vanno avanti le reazioni del mondo bresciano. Intanto è quasi certo che i due, attraverso i loro legali, presenteranno ricorso alla Corte di Cassazione. In ogni caso le motivazioni del dispositivo pronunciato dal giudice Anna Conforti, alla Corte d’Assise d’appello di Milano per il processo “bis”, saranno depositate tra novanta giorni. La Procura generale meneghina non ha chiesto alcuna misura cautelare per i due condannati, che quindi potranno continuare a essere liberi fino a che non si pronuncerà il terzo grado di giudizio. Secondo i magistrati, infatti, non ci sarebbe pericolo di fuga per Maggi che ha 81 anni ed malato e nemmeno per Tramonte.
Tra le altre reazioni del giorno dopo la sentenza arrivata a 41 anni di distanza da quel 28 maggio 1974, quando morirono otto persone e rimasero ferite un centinaio, c’è quella del procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria Dell’Osso. Il magistrato ha incontrato Manlio Milani presidente dell’associazione dei famigliari vittime della strage e ha parlato di “sentenza come motivo di soddisfazione per le famiglie, anche se non potranno mai essere restituiti gli affetti perduti. Loro meritano di provare la fierezza e la soddisfazione di non essersi mai perduti d´animo. Ai familiari delle vittime l’apprezzamento per come hanno sempre avuto fiducia nella giustizia. Ora Brescia può continuare a guardare con fiducia la giustizia – ha continuato – e i cittadini devono guardare con fierezza a quanto è stato svolto”. Roberto Di Martino, attualmente procuratore a Cremona e pm durante  il processo sulla strage, dice che “è stata fondamentale la rinnovazione e se la sentenza fosse stata pronunciata a Brescia sarebbe stata più nostra”.
Uno dei condannati, l’ex fonte Tritone del Sid Maurizio Tramonte, ha detto di non aspettarsi quella sentenza, “pensavo fossi assolto”. Come riporta Bresciaoggi, Tramonte confida di non aver fatto parte di quella strage e che la fotografia in cui è immortalato in piazza avrebbe avuto l’esito decisivo. Tra le altre reazioni è arrivata quella del sindaco Emilio Del Bono che parla di “giustizia finalmente arrivata per una sentenza legata a un contesto storico e politico chiaro, ora non è più impunita”. Il primo cittadino ha anche aggiunto che “le istituzioni sono sempre state vicine, Brescia è un modello originale in questo senso”. In generale, anche i partiti in consiglio comunale la definiscono una “sentenza storica”, mentre il ministro dell’Interno Angelino Alfano definisce la condanna “frutto del nostro sistema democratico che è più forte”.

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