Strage, “Enfatizzazione dei media”

Il procuratore capo di Cremona Di Martino, che ha sostenuto l'accusa nel processo, non ha avuto comunicazione ufficiale della presenza di un nuovo teste.

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(red.) ”Se si trattasse di una materia così importante ne dovrei sapere qualcosa. Così non è e questo mi fa pensare che sia, come spesso accade, anche una certa enfatizzazione da parte dei media”.
Invita a non abbandonarsi a facili entusiasmi il procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino che, con il collega Francesco Piantoni, ha sostenuto l’accusa in aula durante il processo in Corte d’Assise per la strage di piazza della Loggia, conclusosi a novembre con l’assoluzione dei cinque imputati.
Il riferimento del pm è alla notizia apparsa martedì sul Corriere della Sera che indica la presenza di un pentito deciso a collaborare con la giustizia per fare chiarezza sulla strage del 28 maggio del 1974 in cui persero la vita otto persone e ne vennero ferite altre 100.
Il 14 febbraio 2012 prenderà il via il processo d’Appello.
”Se questa fosse materia destinata ad entrare nel processo di appello”, ha continuato Di Martino, “ne dovrei essere informato, anche se non sono ancora stato applicato (cioè non gli è ancora stata data comunicazione ufficiale, ndr.)”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano di via Solferino, il nuovo teste sarebbe  un friulano di 60 anni legato agli ambienti della destra eversiva, che da testimone sarebbe comparso davanti ai giudici di Milano che indagano sulla strage di piazza Fontana e di quelli bresciani che indagano sulla strage a Brescia.
L’uomo, parlando con i Ros ha detto di avere ”voglia di togliersi un peso” e ha indicato ”un estremista di destra, un veneto, che era minorenne nel ’74 all’epoca della strage di piazza della Loggia. L’ex ragazzo, legato agli ambienti della destra estrema, gli avrebbe confidato di essere stato a Brescia con un ruolo operativo il giorno della strage”.
Intanto la notizia di nuove possibili rivelazioni sulla bomba di piazza della Loggia ha suscitato reazioni anche a Brescia.
L’ex sindaco Paolo Corsini (Pd), apprendendo la notizia del Corriere, ha parlato di “una straordinaria fonte di nuove speranze”, ed ha espresso “ vivo apprezzamento per il lavoro svolto dalla magistratura bresciana”, augurandosi “ che la pista che si è aperta possa costituire occasione di un nuovo sviluppo delle indagini anche in relazione all’iter processuale in corso”.
Per i familiari delle vittime si tratta di ”un segnale estremamente positivo”, come ha dichiarato Manlio Milani, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia, che ha sottolineato l’impegno della magistratura, della polizia giudiziaria a non abbandonare la ricerca della verità”.
”E’ fondamentale per la storia del nostro Paese”, ha continuato Milani (che nella strage perse la moglie, ndr.) riuscire a capire il perché di quella violenza, perchè sia stata coperta. L’auspicio”, ha concluso, “è che il processo d’appello faccia un ulteriore sforzo in questa direzione”.

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