L’Università di Brescia tra luci ed ombre

Secondo il Sole24Ore l'ateneo statale si colloca al 27esimo posto della graduatoria generale. Bene i tempi per la laurea, da migliorare la qualità della docenza.

(red.) Gli studenti che si laureano più in regola con i tempi universitari? Sono quelli della Bocconi, mentre, tra gli atenei statali, prevalgono quelli iscritti a Pavia (prima nella didattica).
La classifica pubblicata da IlSole24Ore mette insieme diversi indicatori: accanto alla classifica generale, vengono valutati i criteri di dispersione, rendimento e laurea nei tempi, l’affollamento ed i risultati occupazionali.
L’università preferita da chi può vantare un voto di diploma ottimo è la Luiss di Roma (insieme con quella della Calabria fra le statali), mentre quella che offre più docenti in rapporto agli studenti è Sassari.
Ma per il quotidiano economico in vetta (nella classifica generale) ci sono  però i Politecnici di Milano e Torino, Modena e Reggio (prima nella ricerca).
E Brescia? La nostra città conquista un 27esimo gradino, in miglioramento rispetto al 29esimo posto del 2011, ma ad offrire un quadro complessivo sull’università bresciana sono anche gli altri indicatori specifici presi in esame per stilare la graduatoria.
Fattori valutati positivamente sono il tasso di occupazione dei laureati (l´83,6% trova un lavoro entro tre anni) e il rendimento dei giovani studenti (ottavo e settimo risultato complessivo).
Per quanto riguarda la Statale, essa occupa il 42esimo gradino per la voce “attrattività” dei corsi (precedentemente era la 44esimo), le cosiddette “dispersioni” (ovvero il numero di colro che non si iscrive al secondo anno) la collocano invece al 19esimo posto così come per i tempi della laurea.
Gli studenti che si immatricolano a Brescia usciti dalle superiori con un voto superiore a 90 sono “solamente” il 16,4% degli studenti iscritti, percentuale che fa piazzare Brescia al 45esimo posto della specifica voce.
Sul fronte invece dei fondi e della ricerca la nostra città occupa il 31esimo gradino con 17 mila euro di media per ogni docente di ruolo e scende poi al 41esimo per i fondi erogati dall’estero, con il 67,2% sul totale.
Ancora al capitolo docenza emerge che gli insegnanti universitari che hanno partecipato con successo a bandi europei tocca il 30,79%, facendo posizionare Brescia al 29esimo step per qualità dei suoi docenti.
Tornando alla graduatoria generale, emerge poi un’Italia accademica sempre più spaccata in due, con la parte bassa della classifica occupata quasi interamente dagli atenei meridionali e chiusa dai due poli “minori” di Napoli, la Parthenope e l’Orientale. Per gli atenei non statali, i punteggi più magri sono assegnati alla Kore di Enna, alla J. Monnet di Casamassima e alla Benincasa di Napoli.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.