Vanessa Ferrari trascina l’Italia in finale

Storica qualificazione per le azzurre della ginnastica che, grazie alle prestazioni dell'atleta orceana, hanno conquistato la finale a squadre ai giochi olimpici di Londra.

(red.) Storica qualificazione dell’Italia della ginnastica artistica alla finale a squadre ai Giochi di Londra. Non era mai accaduto prima e a Pechino, nell’ultima edizione, giunse a un passo dall’impresa.
Il quintetto azzurro è stato trascinato da una Vanessa Ferrari straordinaria. Quando manca l’ultima suddivisione con Giappone e Romania, l’azzurra di Orzinuovi (Brescia) è terza al corpo libero, alle spalle della statunitense Alexandra Raisman, ma davanti alla campionessa del mondo, la russa Kseniia Afanaseva. Quasi tramontate, invece, le speranze alla trave, dove la Ferrari e Carlotta Ferlito occupano la 7a e la 20esima posizione provvisoria. La sorpresa più grande arriva però dal concorso generale, per l’esclusione della campionessa iridata, la statunitense Jordyn Wieber, tagliata fuori dalle due connazionali, malgrado il suo 60.032.
‘Diciamo che oggi abbiamo messo una bella pietra sopra Pechino”, ha detto l’atleta della Brixia. “Nel 2008 non stavo bene e sono felice di essere riuscita a dimostrarlo, quattro anni dopo. Questa notte ho dormito pochissimo, avevo molta ansia. Poi mi sono obbligata a pensare che fosse una gara come le altre e mi sono tranquillizzata. Alle parallele avevo le mani gelate, non sentivo lo staggio. Anche le mie compagne erano agitate, forse più di me. Si saranno sentite come noi in Cina. Però hanno reagito, sono state brave. Mi dispiace che Erika non sia entrata nella finale all-around, l’avrebbe meritato, ma d’altra parte una di noi tre doveva star fuori (l’altra generalista è Carlotta Ferlito, ndr)”.
”Comunque la vita a volte è buffa”, ha consluso Ferrari. “Ai Mondiali di Tokyo eravamo state perfette e restammo escluse dalla finale a squadre. Oggi, malgrado qualche errore, siamo dentro. Quando si dice chiusa una porta si apre un portone. Chissà che non mi accada la stessa cosa al corpo libero, cui dovetti rinunciare in Giappone per una leggera distorsione nelle fasi di riscaldamento”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.