La tassazione sulle scommesse ippiche manda in subbuglio l’intero settore

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    Roma. Con il Decreto Rilancio diventato legge è stato approvato uno 0,5% addizionale sulle scommesse sportive. Vediamo quanto inciderà sulle scommesse ippiche.
    Prelievo addizionale di 0,5 sul volume complessivo delle scommesse, questo è quello che dice il Decreto Rilancio convertito in legge. Questa misura è stata considerata necessaria per venire incontro a tutti quegli sport che hanno subito gravi conseguenze dovute al lockdown imposto per l’epidemia di Covid. Il prelievo, però, è stato aggiunto anche alle scommesse ippiche che sono già costrette a una tassazione che arriva fino al 47%, cioè circa il doppio delle altre. Le scommesse ippiche online, comunque, e possiamo trovare qui la classifica degli esperti dei migliori siti, restano molto amate dagli appassionati che continuano una tradizione tipicamente italiana anche sul web. Non dimentichiamoci, infatti, (prima di passare ad altro argomento) che il Totip è stato uno dei primi concorsi a pronostici giocato nel nostro Paese.

     

    Di certo, quindi, questo nuovo prelievo, ha dato un ulteriore colpo a un settore certamente depresso e da cui si cerca una soluzione attraverso un processo partecipato di riforma che è portato avanti molto bene dal Ministero delle Politiche Agricole e che sta iniziando a confrontarsi, in maniera molto seria su quale possa essere il percorso migliore da intraprendere. Insomma, è chiaro che la pandemia ha cambiato molte cose (non ultimo l’aumento dei pagamenti digitali rispetto al contante) e ancora verranno modificate, come le abitudini degli italiani in tema di scommesse e di ippica più in generale. Vediamo le reazioni politiche.

    Come ha reagito la politica a questo aumento?

    Il Decreto Rilancio si è occupato del settore gioco con il “Fondo Salva Sport”, quindi questa norma fa riferimento a scommesse relative a eventi sportivi (anche virtuali) di ogni genere e destina queste risorse a sostegno del sistema sportivo molto colpito dalla crisi economica nata dall’epidemia. Insomma, è chiaramente una mossa che tende ad aiutare e non a peggiorare la situazione. Ma, come dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole con delega all’ippica Giuseppe L’Abbate, l’estensione di questa normativa alle scommesse ippiche presenta delle criticità molto forti.

    Secondo il Sottosegretario l’errore è alla base: già considerare la filiera ippica all’interno dello sport quando le corse dei cavalli sono espressione di una valorizzazione di tutti gli allevamenti e l’atleta è il cavallo e non il fantino è sbagliato ma poi le tasse troppo alte sono già un problema riconosciuto dell’ippica rispetto alle altre scommesse sportive. Per questa ragione L’Abbate ha inviato una lettera al Direttore dell’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli), Marcello Minenna, ribadendo le motivazioni del comparto ippico per provare a preservarlo da una ingiusta (e nuova) penalizzazione. Del resto, e conclude il Sottosegretario, è la stessa norma che non inserisce l’ippica tra i destinatari del Fondo Salva Sport.

    Quanto l’epidemia ha impattato su ippodromi e riaperture?

    Gli ippodromi, che non sono considerate strutture sportive, hanno un proprio codice ATECO e nella valutazione del diritto allo svolgersi delle corse dei cavalli si sono seguite le norme riferenti agli spettacoli all’aperto e non agli eventi sportive. Capirete molto bene, quindi, il perché di queste forti rimostranze da parte degli addetti ai lavori nell’avere non solo un prelievo aggiuntivo ma una tassazione così elevata. Se, alla fine di tutto, l’ippica non è considerato uno sport ma quasi uno spettacolo con i cavalli perché si deve rientrare in questo tipo di prelievo che riguarda le scommesse cosiddette sportive?

    Poi, l’epidemia ha, di certo, impattato in maniera immensa in quelle che sono le corse dal vivo e l’apertura degli ippodromi stessi. Se solo pensiamo a quanto tempo siano durate le chiusure nel corso dei due anni di pandemia abbiamo ben chiaro il danno subito. E anche successivamente, con queste riaperture a scaglioni e con il Super Green Pass, non è che ci sia stata una ripresa fattiva. La gente ha cambiato le proprie abitudini e ci vorrà un altro po’ di tempo per riuscire a risalire la china e trovare una insperata, a tratti, normalità. E, quindi, ci auspichiamo un dialogo positivo tra le due parti in causa che aiuti, in maniera netta, tutto il settore dell’ippica che, da anni, è bistrattato dal punto di vista delle tassazioni e che meriterebbe un po’ più di attenzione e riguardo.

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