Brescia: la rivoluzione di Cellino riaccende la speranza

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    (red.) Quando si dice che era nell’aria…L‘esonero questo lunedì dell’allenatore del Brescia, l’uruguayano Diego López, non è arrivata del tutto inaspettata. A poco sono servite le parole di stima reciproca che allenatore e presidente si sono sempre scambiati fino all’ultimo. Quando hai una squadra con ambizioni da serie A e realizzi 8 punti in 7 giornate, difficilmente viene graziato. Puoi anche far vedere del buon calcio, ma in questo mondo sono i risultati che contano e quelli del Brescia non sono arrivati. Il fatto è che, a ben vedere, neppure il buon gioco c’è stato: poco coraggio e troppa paura, e nei casi di blocco emotivo come quello che si è visto contro un’altrettanto mediocre Reggina, è chiaro che buona parte della responsabilità sia dell’allenatore.

     

    Il “ribaltone” dell’Immacolata. Via López quindi, ma non solo. Cellino, che, si sa, è un tipo dall’esonero facile (36 licenziamenti in 28 anni da presidente), solleva dall’incarico anche l’assistente Fini e il preparatore atletico Bertini. È chiaro che quello che vuole è più di un cambiamento: è una rivoluzione. Ed è quello che serve per far riprendere a girare una squadra che i giocatori li ha: Torregrossa e Ragusa sono riusciti a brillare anche contro la Reggina, Joronen in porta è una sicurezza, Dessena e Chancellor garantiscono grinta e muscoli per superare le prove più difficili, come l’empasse attuale. Il presidente sembra esserne consapevole e il doppio licenziamento suona chiaramente come una dichiarazione di fiducia verso i suoi giocatori, un incitamento a riavviare il sistema resettando il passato recente.

     

     

     Davide Dionigi: chi è il nuovo allenatore. Già nella tarda mattinata di lunedì 7 dicembre, il nome del nuovo allenatore è iniziato a circolare in seguito alle rivelazioni della Gazzetta dello Sport: Davide Dionigi aspetterebbe solo di risolvere il suo contratto in essere con l’Ascoli prima di diventare ufficialmente il nuovo tecnico dei biancazzurri, anche se ormai la sua assunzione è certa. Ma chi è, calcisticamente parlando, il modenese Dionigi e cosa potrebbe dare al Brescia? Ex centrocampista con 18 anni di carriera alle spalle, ha vinto il titolo di capocannoniere di B nel 1997 ma, a livello di squadra, il suo miglior risultato da giocatore è stato solo un terzo posto con la Reggina nel 2002. Negli otto anni da allenatore, ha dimostrato tenacia e determinazione che hanno contribuito al salvataggio, nella scorsa stagione, di quell’Ascoli che aveva preso in mano solo una manciata di giornate prima. Deve essere stato questo risultato e le sue doti caratteriali, più che il non esaltante palmarès, a convincere Cellino a chiamarlo alla sua corte.

     

     

     Quali speranze per il Brescia?
    Le speranze di giocatori e tifosi sono quindi tutte nelle mani di Dionigi, che dovrà cambiare innanzitutto schema di gioco, visti gli scarsi risultati del 3-5-2 di López, ma anche motivare e far ricredere una squadra provata psicologicamente e fisicamente. Il pareggio nel derby di recupero di martedì contro la Cremonese, con alla guida il provvisorio Gastaldello, ci ha fatto vedere una squadra più compatta e decisa e ha fatto guadagnare al Brescia un punto prezioso che fa ben sperare in una possibile e veloce ripresa. Ma il vero banco di prova per la squadra e per il quasi neo allenatore Dionigi sarà la prossima partita in casa contro la capolista Salernitana, la quale promette un risultato per nulla scontato, come dimostrano le quote delle scommesse sulla serie B di Betway Sport che, nonostante le difficoltà, danno comunque le rondinelle favorite a 2,25 al 9 dicembre. E le speranze di serie A di Cellino? Per il momento dovranno aspettare, visto che il Brescia staziona nella zona medio-bassa della classifica, a ben 13 punti dalla capolista e a soli 2, insidiosissimi, dalla zona retrocessione.
    Più che gli allori della prima divisione, la speranza dei tifosi bresciani è che la loro squadra trovi in Dionigi finalmente un po’ di continuità, dopo l’ennesimo esonero, e che tra l’ex centrocampista e il vulcanico Cellino, entrambe personalità forti e determinate, si instauri un rapporto di stima e comprensione che permetta di riorganizzare la squadra e dargli un nuovo equilibrio. Se si raggiunge ciò, anche i risultati arriveranno. E in questo annus horribilis, al quale la città di Brescia sta dimostrando di saper reagire, un po’ di tranquillità e sicurezza è tutto quello che chiedono, e meritano, anche i tifosi della squadra che la rappresenta.

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