Family Day contro la maggioranza in Regione: ‘Prima chiedono i voti, poi appoggiano il Pride’

Milano. L’associazione cristiana Family Day che sostiene il diritto alla vita, considera la famiglia la “società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna” e afferma il diritto di ogni bambino a crescere con una mamma e con un papà, non ha mandato giù la decisione del consiglio regionale della Lombardia che, con votazione segreta, ha approvato una mozione che chiede l’impegno del presidente della giunta a delegare un esponente della regione a partecipare al Milano Pride 2022 indossando la fascia istituzionale. La parata è in programma sabato 2 luglio.
“Dire che siamo allibiti è un eufemismo”, ha detto il presidente del Family Day Massimo Gandolfini. “Ma le forze di quella maggioranza in cui alcuni consiglieri hanno a suo tempo chiesto il sostegno del Family Day in campagna elettorale, impegnandosi con l’adesione al nostro manifesto hanno mai letto le rivendicazioni del pride? Lo sanno che il pride chiede a gran voce l’approvazione del liberticida ddl Zan – che fra le altre cose introduce il gender nelle scuole – bocciato in parlamento da Fdi, Lega e Forza Italia? Lo sanno che il pride chiede l’eterologa per tutti (compresi single e coppie gay) dichiarata illegale dalla legge 40 e che di fatto cancella la figura del padre? E soprattutto lo sanno che i pride nei loro manifesti rivendicano anche la legalizzazione dell’utero in affitto, abominevole pratica che mercifica donne e bambini (anche se per indorare la pillola nei manifesti dei pride viene chiamata gestazione per altri)? Si sono forse distratti e non si sono resi conto che nelle sfilate dei pride la richiesta (giusta) di rispetto per ogni persona è accompagnata da blasfemie e oscenità che stanno all’estremo opposto del rispetto reciproco?”.
Ma la Regione Lombardia farà anche illuminare il Pirellone con i colori arcobaleno. “Serve subito un chiarimento nella maggioranza”, dice Gandolfini, “anche con l’intervento dei rispettivi leader nazionali che nel Parlamento portano avanti battaglie di segno opposto per garantire la libertà educativa e di espressione e i diritti dei bambini ad avere un padre e una madre e a non essere oggetto di una compravendita. Ribadiamo che negare il sostegno a controverse manifestazioni, in cui si rivendicano pratiche illegali in Italia, non significa mancare di rispetto o alimentare eventuali discriminazioni nei confronti degli omosessuali ma semplicemente non condividere la base programmatica di quelle realtà associative che organizzano i pride”.

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