Orzinuovi, “un referendum per salvare il campo sportivo”

L'amministrazione comunale ha deciso che nel vecchio stadio si dovrà costruire la Casa della comunità, ma il comitato di cittadini chiede di trovare altre strade e di tutelare l'area verde.

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Orzinuovi. In vista del consiglio comunale di questo lunedì 22 maggio, il Comitato cittadino per la salvaguardia dell’area dell’ex campo sportivo si è mobilitato e ha scritto una lettera aperta con un appello rivolto al sindaco, al consiglio comunale e per informare la popolazione sulle ultime notizie riguardanti il referendum cittadino per la difesa dell’area dell’ex campo sportivo, dove secondo il progetto della giunta Maffoni dovrebbe sorgere la Casa della Comunità, mentre secondo il Comitato potrebbe nascere un parco pubblico.
“Come cittadini riuniti nel Comitato cittadino per la tutela dell’area dell’ex campo sportivo, vogliamo esporvi alcune nostre brevi riflessioni e considerazioni in merito al punto riguardante la cessione del diritto di superficie del campo sportivo all’Asst Franciacorta e relativo studio di fattibilità edilizia ed economica, in discussione al consiglio comunale del 30 maggio”, si legge nella lettera.  “Anzitutto vogliamo esprimervi il nostro disappunto per non avere tenuto conto, nel vostro percorso decisionale, del fatto che è in atto un’iniziativa referendaria sul tema in oggetto. Sarebbe democratico e rispettoso istituzionalmente tenerne conto, come già comunicatovi con una nostra lettera. La partecipazione dei cittadini non si esprime solo e quando si vota alle elezioni”.

“Riguardo al punto in discussione”, prosegue il documento, “pur considerando i tempi stretti delle procedure, i vincoli finanziari del Pnnr, nei quali vi siete trovati ad operare, e ritenendo ‘strategico’ l’insediamento delle strutture sanitarie Cot e CDC in Orzinuovi vi invitiamo a meglio riflettere sulla portata altrettanto strategica dell’impatto edificatorio e urbanistico dell’utilizzo del verde pubblico che tale progetto porterà alla comunità orceana. Stiamo parlando di un investimento di risorse pubbliche di più di 5,5 milioni di euro per soli edifici quando la medicina di prossimità è soprattutto servizi, prestazioni, assistenza sociosanitaria ai cittadini del territorio come riportato a premessa dal documento Asst. La medicina territoriale voluta dal governo e finanziata attraverso il Pnrr, in una sua componente, ha questa prioritaria finalità. Per cui sorge una domanda: è così necessario usare più di 5,5 milioni di euro di cittadini orceani, lombardi, italiani ed europei per la sola struttura edilizia e non invece progettare e strutturare prima i servizi sanitari?”.

“Si dirà: ma le strutture sanitarie hanno bisogno di luoghi per esercitare, ma non si può non rilevare la netta sproporzione tra le priorità delle scelte tanto più che gli edifici, se tutto andrà bene, verranno pronti a fine 2025 con una pandemia che non è ancora terminata ed altre infezioni virali che si affacciano alla nostra porta”, dice ancora il comitato. “Per non contare che cementificare l’area dell’ex campo sportivo significa pagare un prezzo reale e concreto, economicamente quantificabile e soprattutto perpetuo e gravante sulle generazioni a venire: al suolo viene riconosciuto oggi il rango di capitale naturale generatore di servizi ecosistemici, il che significa che al consumo di suolo è associata la perdita di una serie di servizi ambientali e servizi ricreativi e culturali attorno a cui la comunità si è sempre riunita e che trovano nell’ex campo sportivo terreno di tradizione e di fertili possibilità future”.

“Mai come oggi gli amministratori comunali si fanno sensibili portavoce, in pubblico, dell’esigenza di contrastare il consumo di suolo”, continua la missiva, “ma è dove la legge ne consente il consumo in nome di servizi irrinunciabili per la comunità che la vera lotta alla cementificazione deve emergere, nella ricerca di soluzioni locative alternative che non comportino la distruzione delle poche aree verdi rimaste nel centro cittadino. Noi di alternative ne abbiamo, e anche molte. Utilizzare il campo sportivo per insediare queste strutture sanitarie significa occupare e frammentare in modo permanente 14.000mq di verde del centro storico, monopolizzando un’area che per sua natura dovrebbe essere vocata a scopi ricreativi e a sostegno delle strutture scolastiche, con la realizzazione di opere che sarebbero potute sorgere sulle porzioni di terreno già cementificato lasciando ampio spazio per la realizzazione di un parco. A questo si deve aggiungere che l’insediamento delle strutture sanitarie territoriali avrà probabilmente bisogno di una Valutazione Strategica Ambientale e di un ridisegno del Pgt, non una semplice variante, che rivisiti la mobilità e gli spazi per parcheggi. Per cui è davvero così obbligata la scelta del campo sportivo quando in Orzinuovi vi sono intere aree dismesse e spazi nell’attuale ospedale o aree pubbliche libere meno impattanti ambientalmente?”.

“Il Comune di Brescia ha già operato in tal senso e costituisce presso regione Lombardia un precedente”, insistono gli estensori della lettera. “Si dirà: ma questi sono i criteri che Regione Lombardia ha adottato per queste strutture e non si poteva agire su aree private per non pesare sui cittadini nell’acquisto. Ma davvero non si può agire diversamente quando Regione Lombardia ha espressamente in due leggi previsto consumo del suolo zero e rigenerazione urbana delle aree dismesse mettendo a disposizione un fondo di 200 milioni di euro! Quando buona parte delle risorse finanziarie del Pnnr, che permettono a noi la costituzione della medicina territoriale, sono indirizzate da azioni di transizione ecologica che sono esattamente il contrario di quel che si vuol fare ad Orzinuovi”.

“Tutto questo per dire”, conclude la nota,  “che state operando delle scelte in netto contrasto con le indicazioni implicite ed esplicite di chi finanzia l’intervento (governo-Pnrr), con le leggi regionali in materia e con il sentire di molti cittadini orceani. Tutto questo per avere un servizio sanitario territoriale fra tre anni e mezzo con il rischio che rimangano degli edifici vuoti e rivelarsi l’operazione, per la fretta di chiudere, un ‘boomerang’ per la comunità. Per queste ragioni abbiamo promosso il referendum consultivo cittadino e per queste ragioni vi chiediamo di aprire una fase temporale di esplorazione di altre e diverse soluzioni all’ insediamento attualmente previsto sul campo sportivo delle strutture sanitarie”.

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