Manlio Milani: “Caro Draghi, non nominare De Pasquale sovrintendente dell’Archivio di Stato”

Lettera aperta del presidente dell'Associazione familiari dei Caduti della strage di piazza Loggia al presidente del Consiglio. "De Pasquale ha i titoli ma non la visione e lo spessore che il ruolo richiede".

(red.) Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari dei Caduti della strage di piazza Loggia, ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi, chiedendogli di non nominare Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, all’incarico di Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato. Lettera analoga è stata inviata al presidente del Consiglio dalle associazioni dei familiari dei caduti delle stragi di Bologna e di Piazza Fontana.  Le ragioni? Sono elencate nel dettaglio. Ecco il testo integrale della missiva.

“Egregio presidente Draghi, anche come Associazione, ho apprezzato la Sua decisione di rendere accessibili gli atti documentali riguardanti la struttura segreta Gladio e la loggia P2. Un gesto che potrà rivelarsi utile per le prossime iniziative giudiziarie riguardanti la Strage di Piazza della Loggia. Infatti, come dichiarato pubblicamente dal Procuratore Generale di Brescia in occasione del 47 anniversario della strage, è certo che entro la fine dell’anno verranno depositate le risultanze delle istruttorie (una istruttoria coinvolge un imputato all’epoca minorenne, l’altra con nuovi imputati) con richiesta al Gup di rinvio a giudizio. In caso di accoglienza, il dibattimento potrà iniziare nel prossimo anno”.

“Per parte nostra, nel sottolineare l’importante lavoro svolto dai magistrati bresciani, ci auguriamo che da queste istruttorie possano emergere nuove risposte sui troppi intrecci che hanno connotato la malavita, anche istituzionale, dell’epoca delle bombe. ‘lntrecci che hanno sviato il lavoro della magistratura ed il cui risultato è stato devastante per la dignità stessa dello Stato e della sua funzione di tutela delle istituzioni democratiche…’ (motivazioni delle sentenza di condanna della Corte d’Appello di Milano del 22 luglio 2015, passata in giudicato il 20 giugno 2017 quando la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati condannati all’ergastolo)”.

“A questo ho pensato ricevendo notizia da Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime 2 agosto, del fatto che tra breve dovrebbe essere nominato al delicato incarico di Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato il dott. Andrea De Pasquale, già direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma!. “Quanto da me richiamato, serve a sottolineare la condivisione e le preoccupazioni che Bolognesi Le ha espresso nella lettera di ieri, recepita anche dall’Associazione delle vittime di Piazza Fontana, e mi unisco a loro nel chiederle di voler riconsiderare la decisione, proprio in nome della dignità dello Stato…”.

“Il ruolo di Sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato è molto delicato. È tra l’altro uno dei principali responsabili della corretta attuazione della ‘direttiva Renzi’ sulle carte delle stragi, da Lei recentemente ampliata. Un ruolo, dunque, che richiede una spiccata sensibilità costituzionale e una coraggiosa autonomia rispetto alle numerose pressioni politiche che possono ostare all’attuazione dell’iniziativa. Il dott. De Pasquale, tuttavia, è stato di recente protagonista di una vicenda che desta vive preoccupazioni in questo senso. Tra il novembre e il dicembre 2020 , infatti, si è trovato al centro di una polemica relativa all’acquisizione del fondo archivistico personale dell’on. Pino Rauti da parte della Biblioteca Nazionale. La polemica riguardava non solo e non tanto l’acquisizione in sé del fondo, quanto le modalità comunicative che l’hanno accompagnata”.

“È mancata infatti, nei siti e nei canali istituzionali della Biblioteca – di cui De Pasquale era responsabile – una qualunque forma di contestualizzazione storico-critica della figura di Rauti, personaggio a dir poco controverso nel panorama del neofascismo italiano. Non si faceva il minimo cenno alla militanza nei Fasci di Azione Rivoluzionaria (Far) nel dopoguerra, oppure al fatto che Rauti è stato a lungo aperto sostenitore di posizioni antidemocratiche (nel 1971 diceva che la democrazia parlamentare ‘è un errore in linea di diritto e di principio, cioè fondamentalmente sbagliata in ogni epoca storica, ma comunque storicamente appena possibile nel periodo ottocentesco […] della borghesia al potere’) e soprattutto il fondatore di Ordine Nuovo, organizzazione di estrema destra le cui strutture ‘coperte’ sono state responsabili, secondo sentenze passate in giudicato, delle stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia a Brescia”.

“La biblioteca si è limitata a riproporre il comunicato dai toni agiografici diffuso dalla Fondazione Rauti e dalla famiglia, e il direttore ha partecipato a una presentazione celebrativa della donazione con la figlia Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia. La circostanza ha suscitato vive critiche da parte di giornalisti e studiosi, sulla stampa e sui social media. Il ministero dei Beni culturali è prontamente intervenuto: il 24 novembre 2020, a seguito delle proteste il comunicato ‘agiografico’ su Rauti è rimosso dal sito istituzionale librari.beniculturali.it., per diretto interessamento del ministro. Su Facebook, a commento della segnalazione critica, il profilo ufficiale Mibact (ora Mie) è intervenuto con le seguenti parole: ‘La pagina relativa alla donazione dell’Archivio Rauti è stata rimossa dal sito della Direzione generale Biblioteche del ministero. Una cosa è la scelta della Biblioteca Centrale dello Stato, assunta nell’ambito della propria autonomia scientifica, di accettare una donazione da parte degli eredi da mettere a disposizione di storici e studiosi, ben altra cosa è accompagnarla con valutazioni e giudizi inaccettabili, soprattutto nei siti istituzionali del ministero”.

“Come presidente dell’Associazione delle vittime di Piazza della Loggia, ero intervenuto tempestivamente, scrivendo a De Pasquale e al ministero competente. In risposta alla lettera, il dott. De Pasquale si comportato in modo curioso: si è voluto scusare, ma non ha riconosciuto alcun problema nella comunicazione e presentazione del fondo Rauti. In quel frangente, dunque, il dott. De Pasquale ha mostrato o comunque avallato un atteggiamento di scarsa autonomia scientifica e di compiacenza nei confronti della famiglia Rauti e della parte politica sua e dei suoi eredi. Un atteggiamento tale da compromettere agli occhi di molti la correttezza di un’istituzione prestigiosa come la Biblioteca Nazionale Centrale (Tomaso Montanari, rettore dell’Università degli stranieri di Siena, ha pubblicamente domandato se ‘la Biblioteca Nazionale di Roma ha completamente smarrito il senso costituzionale della cultura’), suscitando anche una reazione in sede ministeriale, non solo tra famigliari delle vittime di strage e studiosi”.

“Alla luce di tutto questo, nel ricordo dei nostri cari e in nome della testimonianza e della battaglia per la verità che portiamo avanti da decenni insieme ai famigliari delle vittime delle altre stragi, ci uniamo dunque a Paolo Bolognesi nel chiederle di evitare che un incarico così centrale per la trasparenza della nostra democrazia sia affidato a una persona che ha sicuramente i titoli ma non la visione e lo spessore che dovrebbe caratterizzarne il ruolo. Se così non fosse devo pensare che nei fatti non c’è nessuna volontà di fare chiarezza sui retroscena della strage e delle stragi in generale, sulle collusioni degli apparati, di chi erano i gladiatori, delle loro ‘imprese’ e tantomeno delle varie implicazioni politico terroristiche della famigerata loggia P2. Sarebbe un profondo rammarico per la nostra Associazione e per tanti altri cittadini e cittadine, familiari, esperti e storici che da anni combattono in questa direzione.
Il presidente Manlio Milani

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