Caccia, il governo impugna alcune disposizioni lombarde

L'opposizione, informa la Lac, riguarda "l'elusione di annotare subito sul tesserino gli animali abbattuti e l'uso delle fascette di plastica al posto degli anelli metallici per i richiami vivi".

(red.) La Lac, Lega per l’abolizione della caccia, informa che il Consiglio dei ministri, nella seduta di giovedì sera, ha deliberato di impugnare alcune disposizioni in materia di caccia della Regione Lombardia approvate due mesi fa (l.r. 8/2021).
Le norme impugnate riguardano l’elusione di annotare subito dopo l’abbattimento, sul tesserino venatorio, gli esemplari di ogni specie, in relazione al monitoraggio dei “carnieri” consentiti. Ritenuta una forzatura anche la possibilità di usare fascette in plastica, facilmente sfilabili, al posto degli obbligatori anelli metallici privi di punti di frattura, per i richiami vivi usati nelle cacce da appostamento; la disposizione regionale permetterebbe, di fatto, manipolazioni e contraffazioni di ogni tipo, agevolando il commercio di esemplari faunistici catturati illecitamente.
Per il governo, inoltre, la Regione ha frapposto impedimenti giuridici alle attività di controllo dei contrassegni dei richiami vivi da parte degli organi di vigilanza venatoria, limitando attività di pubblico interesse.
La Lega abolizione caccia, assieme ad altre associazioni ambientaliste, aveva inoltrato un dettagliato esposto in proposito ai ministeri competenti ai primi di giugno.

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