Vendemmia, protocollo anti-Covid in Lombardia. Tamponi e temperatura

Accordo con le associazioni di categoria. Le aziende dovranno tenere un elenco dei lavoratori stagionali.

(red.) Aveva creato dei motivi di preoccupazione e agitazione la notizia che dalla Romania sarebbero arrivati 3 mila lavoratori stagionali in Lombardia per occuparsi della vendemmia, soprattutto nel territorio bresciano. Infatti, proprio il Paese dell’est sta riscontrando numerosi nuovi casi di contagio da Covid-19 e tanto che, per ordinanza ministeriale, sono stati bloccati i viaggi dalla Romania verso l’Italia. Ma contando su un protocollo dedicato, in Lombardia tutto dovrebbe svolgersi senza problemi. Nella giornata di ieri, martedì 28 luglio, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera e quello all’Agricoltura, il bresciano Fabio Rolfi, hanno stilato un protocollo con le norme anti Covid-19 per i lavoratori agricoli stagionali.

Vendemmie e raccolti saranno sicuri con i protocolli previsti per chi lavorerà nei campi. A tutti sarà effettuato il tampone gratuito in fase di assunzione. E ogni giorno sarà misurata la temperatura corporea con l’esclusione temporanea dall’attività nel caso questa sia superiore a 37,5 gradi. A questo protocollo – di cui si legge in una nota – si è arrivati dopo un incontro con i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati di categoria che ha consentito di presentare e condividere le procedure di prevenzione per i lavoratori stagionali. “Si tratta di un passaggio molto importante che mette in primo piano la salute dei lavoratori attraverso una serie di misure finalizzate a monitorare e prevenire la diffusione del contagio da Coronavirus. Abbiamo attivato inoltre un’interlocuzione con il Ministero della Salute – dice Gallera – al fine di armonizzare le nostre misure con i provvedimenti sulla quarantena definiti dal Governo riferiti in particolare ai cittadini di alcuni Paesi, quali per esempio la Romania, dove la situazione pandemica sta destando parecchie preoccupazioni”.

“Dobbiamo necessariamente coniugare le esigenze sanitarie con quelle economiche delle aziende vitivinicole lombarde. In alcune zone della nostra regione la vendemmia inizia già nella prima decade di agosto. Per questo stiamo giocando d’anticipo per offrire un protocollo che sia operativo in tempi rapidi. Abbiamo come sempre collaborato con le associazioni agricole di categoria – aggiunge Rolfi – perché vogliamo che ci sia condivisione e che i lavori di vendemmia avvengano in totale sicurezza”. Il protocollo anti-Covid per il comparto agricolo prevede che le Ats acquisiscano dall’Inps a partire dall’1 agosto, con cadenza quindicinale fino all’1 ottobre, l’elenco dei lavoratori stranieri e italiani assunti temporaneamente per le mansioni agricole stagionali. Per i lavoratori stagionali è prevista l’effettuazione dei tamponi durante la visita pre-assuntiva. Questa è effettuata dal medico competente (la visita prevede l’obbligo di offerta del tampone) o comunque entro la seconda settimana di agosto per quelli già al lavoro alla data dell’1 di agosto. Il tampone, trattandosi di indagine di sanità pubblica, è effettuato gratuitamente.

Ogni giorno al momento dell’ingresso in azienda deve essere misurata la temperatura. Nel caso in cui sia superiore a 37,5 gradi o comunque di sintomi simil influenzali il medico competente lo segnala attraverso gli appositi canali di comunicazione con le autorità sanitarie. In caso di temperatura corporea superiore a 37,5 gradi o di comparsa di sintomi simil influenzali, il lavoratore deve essere immediatamente escluso dall’attività lavorativa e isolato. Viene quindi disposto il tampone anche ai contatti più stretti. Il protocollo prevede inoltre che ogni azienda metta a disposizione i dispositivi di protezione individuale specifici anche in relazione all’emergenza. Oltre ad adeguate quantità di gel igienizzante per le mani. Secondo accordi locali l’Ats mette a disposizione dei lavoratori stagionali non residenti un ambulatorio dedicato a qualsiasi necessità medico-sanitaria compreso eventuali sintomi riconducibili al Covid. Il registro di presenza quotidiano deve essere aggiornato e reso disponibile dall’azienda all’Ats nel caso di inchiesta epidemiologica.

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