Caccia, Governo ricorre alla Consulta contro la nuova legge lombarda

L'esecutivo contro l'abbattimento dei cinghiali, giubbotti visibili alle guardie e nuove concessioni ai capannisti.

(red.) Nelle ore precedenti a sabato 25 luglio il Governo ha deciso di impugnare alla Corte Costituzionale la legge lombarda in tema di caccia e di stagione venatoria. Il provvedimento del Pirellone prevede l’abbattimento controllato dei cinghiali che stanno provocando numerosi danni, ma anche l’obbligo delle guardie ecologiche a indossare giubbotti catarifrangenti e con nuove concessioni ai capannisti.

C’era la possibilità di cacciare la beccaccia fino al 31 gennaio il sabato e la domenica solo negli ambiti e il capannista poteva contare su quindici giornate di migratoria dall’1 ottobre e non dal 15 come si prevedeva all’inizio. Per quanto riguarda la caccia al cinghiale, la nuova legge regionale prevede l’attività tutto l’anno e anche di notte.

Una misura che era stata contestata insieme al fatto di dotare le guardie di giubbotti e che avrebbero favorito i bracconieri nella loro attività. Tuttavia per l’esecutivo italiano nella legge lombarda ci sarebbero alcuni elementi incostituzionali. L’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi ha contestato la decisione del Governo di fare ricorso alla Consulta perché “nel 2019 ci sono stati 600 mila euro di danni a causa dei cinghiali”.

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