Lombardia, scorta a Fontana, 2 giugno a Codogno e rebus riapertura
Il Capo dello Stato a Codogno nel giorno della festa della Repubblica. Decessi e nuovi positivi preoccupano.
Più informazioni su
(red.) Nella giornata di ieri, mercoledì 27 maggio, la Regione Lombardia e il suo territorio sono rimasti (e continueranno a esserlo) sotto i riflettori sul fronte di questa coda dell’emergenza da Covid-19. Ma non solo, visto che proprio ieri il governatore Attilio Fontana ha confermato la notizia diffusa sul fatto che gli sia stata assegnata la scorta a causa di una serie di minacce ricevute. “Ma per me non cambia nulla – ha detto – vado avanti determinato nel mio lavoro” ha sottolineato il presidente nel giorno in cui, a livello nazionale, si è avuta notizia della scorta assegnata anche alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dopo quella al viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, per minacce ricevute anche via social.
Intanto ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato proprio al Pirellone annunciando di voler celebrare la festa della Repubblica, il prossimo 2 giugno, a Codogno. Un’azione evidentemente simbolica e carica di significati, quella della prima uscita del Capo dello Stato dopo il lockdown, nel paese da dove è partita l’emergenza italiana da coronavirus. Sempre in Lombardia, però, il governatore con l’assessore al Welfare Giulio Gallera sono stati convocati come persone informati sui fatti dalla procura di Bergamo a causa dei numerosi deceduti nelle case di riposo e per non aver disposto la chiusura dell’ospedale orobico di Alzano Lombardo, teatro di uno dei focolai regionali.
Il nostro territorio regionale resta anche al centro delle preoccupazioni in vista della riapertura dei confini regionali dopo il 3 giugno. Nella giornata di ieri e relativi alle precedenti 24 ore sono emersi dati in aumento sul fronte dei decessi (58) e dei nuovi positivi (384, ma con più tamponi processati) che sono più della metà rispetto a quelli totali nazionai (584). Per questo motivo domani sera, venerdì 29 maggio, al Ministero della Salute arriveranno i dati aggiornati e in seguito gli esperti si prenderanno qualche giorno, probabilmente fino ai primi di giugno, per decidere sulle riaperture.
E non è escluso che la Lombardia, insieme forse al Piemonte, possa continuare a restare chiusa per una o due settimane in più. Un modo per evitare la diffusione del contagio del virus ancora molto presente in Lombardia e con il rischio, nella sua forma debole, di provocare asintomatici che potrebbero diffondere il Covid negli spostamenti verso le altre regioni. Anche se sarebbe un aspetto negativo per i cittadini lombardi in vista di organizzare le vacanze e sul fronte anche del turismo.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.