Coronavirus, cassa integrazione per quasi 17 mila lavoratori bresciani

Il Pirellone ha ratificato altre 8.610 domande di piccole realtà. Ora l'Inps è chiamata ad accreditare le somme.

(red.) Le conseguenze economiche provocate dall’emergenza coronavirus sono tutte evidenti anche nel fatto che la chiusura di quasi due mesi delle aziende di ogni tipo, anche in provincia di Brescia, ha indotto a maxi richieste di cassa integrazione. Tanto che nel nostro territorio sono quasi 17 mila i lavoratori che potranno avere fino a quasi 4 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione in deroga. I numeri rendono anche conto del lavoro svolto dalla Regione Lombardia che fino a mercoledì 6 maggio aveva autorizzato 8.610 richieste da parte soprattutto delle piccole aziende. Ma ora dovrà essere l’Inps, ricevuto il via libera dal Pirellone, a versare l’importo sui conti correnti dei lavoratori e riferito alle ore di cig realmente svolte.

La cassa integrazione in deroga si rivolge a quelle categorie di lavoratori, tra artigiani e dipendenti di piccole realtà, esclusi dagli ammortizzatori sociali. Si tratta di un importo dell’80% rispetto allo stipendio che non si è potuto incassare proprio a causa delle aziende chiuse e quindi del mancato lavoro. La Cgil di Brescia alla fine di aprile aveva segnalato più di 10 mila aziende, escluse quelle della Valcamonica, per circa 90 mila lavoratori che avevano presentato la richiesta dell’integrazione salariale. E ora si sono aggiunte queste 8.610 arrivate da altre piccole realtà.

Nei giorni intorno ai primi di maggio, intanto, è continuata la polemica sui ritardi nell’arrivo dell’importo degli ammortizzatori sociali a favore dei dipendenti. Somme che, secondo le intenzioni del Governo, sarebbero dovute arrivare entro Pasqua e invece molti lavoratori li stanno incassando solo in questo periodo. Tuttavia, dalla Conferenza Stato-Regioni chiariscono il fatto che proprio le regioni non avrebbero responsabilità in questi ritardi. In pratica, l’accredito dell’importo degli ammortizzatori sociali arriva con lo stesso meccanismo ordinario e nonostante ora si vivi un grave periodo di straordinaria emergenza.

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