“Coppie di fatto, ora parli la politica”

Il Comitato tecnico di valutazione ha bocciato la delibera di iniziativa popolare. "Il sindaco di tutti intervenga", è l'appello del coordinamento Nuove famiglie, uguali diritti.

(red.)«Ora parli la politica».
L’appello, compatto, arriva dal coordinamento “Nuove famiglie, uguali diritti”, che comprende 25 realtà cittadine, dalla Cgil a a Noi siamo chiesa, compresi i tre gruppi consiglieri M5S, Al lavoro con Brescia e Brescia per Passione, dopo la bocciatura della proposta di delibera di iniziativa popolare per il riconoscimento e la garanzia delle famiglie anagrafiche basate su vincolo affettivo e il sostegno alle nuove forme familiari. La delibera, se fosse stata approvata dal Consiglio Comunale, avrebbe equiparato coppie di fatto (etero e omosessuali) alle coppie legate dal matrimonio nell’accesso a servizi sociali comunali. Il dibattito, però, non ha neanche varcato il portone della Logggia.
Il no che ha bloccato tutto è arrivato dal Comitato di valutazione del comune, composto da cinque professionisti nominati dal consiglio e presieduto dall’avvocato Carlo Dall’Asta. Le motivazioni della bocciatura hanno però lasciato perplesso il coordinamento, che sostiene che il Comitato abbia oltrepassato i limiti della sua funzione, esprimendo giudizi di merito e non solo formali. «Una su tutte», spiega Luca Trentin, uno dei portavoce del coordinamento, «il riferimento alla Costituzione. Secondo il comitato, infatti, noi introdurremmo una parificazione tra coppie di fatto e coppie sposate, violando gli articoli 3 e 29 della Costituzione. Non sapevamo di avere un distaccamento della Corte Costituzionale a Brescia. Inoltre, parliamo di un regolamento comunale, non di una legge, per cui citare la Costituzione ci pare abnorme».
Non solo il coordinamento ha espresso dubbi, ma anche all’interno del Comitato non c’è stata unanimità, per la prima volta nella storia di questo organo. A votare a favore della delibera Francesco Maniscalco. Il coordinamento valuterà se fare ricorso contro la bocciatura e organizzerà iniziative di sensibilizzazione. Ma soprattutto ora si chiede che la politica non si nasconda dietro un alibi tecnico e si riappropri del compito di discutere dei diritti civili. Un appello rivolto al sindaco Emilio Del Bono e all’attuale maggioranza, che in campagna elettorale ha parlato tanto di partecipazione. «Quando c’è stato il bonus bebè», ha sottolineato Gisella Bottoli, di Libertà e Giustizia, «l’attuale maggioranza si era giustamente indignata. Ora non si può dimenticare che ci sono cittadini che sono altrettanto discriminati».

 

 

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