Omofobia, “deputati più clericali del clero”

Luca Trentini, dell'Arcigay Orlando di Brescia, ha criticato la lettera di alcuni deputati cattolici pubblicata sul quotidiano L'Avvenire. Il tema è l'omofobia.

Davvero forte, sia nei toni, sia nei contenuti, la lettera di Luca Trentini, militante di lungo corso dell’Arcigay Orlando Brescia, in risposta a una missiva firmata da alcuni deputati cattolici di Pd e Scelta Civica.
Nel documento pubblicato sul qutotidiano L’Avvenire, condiviso anche dai parlamentari bresciani Mario Sberna e Alfredo Bazoli, il tema centrale è la legge contro l’omofobia. Ecco il testo integrale

Onorevoli Bazoli, Berlinghieri, Balduzzi, Bindi, Binetti, Bobba, Buttiglione, Causin, Cova, Fioroni, Garofani, Gigli, Ginato, Gitti, Guerini, Marazziti, Nardelli, Patriarca, Preziosi, Richetti, Santerini, Sberna, Senaldi, Schirò, Taricco, Zanin,
è di venrdì la pubblicazione su Avvenire, quotidiano della conferenza episcopale italiana, di una vostra lettera finalizzata a rassicurare i cattolici italiani in merito all’approvazione di una legge contro omofobia e transfobia. La loro “libertà di opinione” sarà tutelata grazie alla vostra iniziativa parlamentare.
E già qui siamo nell’inaudito. Da quando, approvando una legge antiviolenza, si corre a rassicurare il carnefice anziché pensare innanzitutto a tutelare la vittima? Vi risulta che per approvare norme contro il razzismo il legislatore si sia sentito in dovere di scrivere a fascisti, nazisti o al ku klux klan per rassicurarli che, nonostante tutto, potranno essere liberi di esprimere liberamente la propria idea? Perché di questo si tratta.
Con una martellante propaganda sulla stampa e nelle piazze, alcuni (lo sottolineo, alcuni) cattolici, la più potente lobby esistente nel nostro paese, stanno millantando l’idea che una tale legge limiterebbe la loro libertà di esprimersi politicamente contro matrimoni e adozioni per le famiglie omosessuali. La legge Reale Mancino è in vigore da 20 anni. Tutti sono stati liberi, ad esempio, di dichiararsi politicamente contrari alla legge sullo ius soli, senza per questo vedere limitata la loro “libertà di espressione” da una legge che punisce l’odio verso le persone di altre razze ed etnie. Certo se dico che sono contrario allo ius soli perché “i negri sono inferiori, disonesti e ladri o magari perché assomigliano alle scimmie” si capisce che siamo ad un altro livello e che, giustamente, sono punibile.
Grazie all’emendamento che voi avete presentato sarà possibile, per motivi religiosi (si intende) o scientifici (e qui si comprende meno) non solo dire che si è contrari al matrimonio fra gay (opinione legittima, per me sbagliata, ma non giuridicamente punibile), ma che lo si è perché i gay sono malati, deboli e deviati. A voi sembra una buona soluzione, che va nel senso di tutelarci dall’odio, oppure un cedimento alle pressioni di una lobby, finalizzata a svuotare dall’interno, con una incomprensibile deroga, i fondamenti stessi di quella legge?
Nella vostra lettera definite tale demolizione della legge, attraverso l’eliminazione delle aggravanti (che la rendono inefficace) e l’introduzione di una deroga per motivi religiosi e scientifici (che la rendono inutile) *“un motivo di soddisfazione per chi abbia a cuore una presenza efficace dei cattolici dentro le istituzioni”* ottenuto “*grazie a un lavoro costante e fattivo, necessariamente lontano dai riflettori per non pregiudicarne l’efficacia”*.* *A parte l’arroganza di ergervi ad unici rappresentanti del pensiero cattolico (che è assai più variegato) vi è forse sfuggito che nessun vescovo, a differenza del passato, abbia speso una parola contro questa legge? Vi pare un caso?
Voi invece, più clericali del clero, difendete il diritto della chiesa di continuare a considerarci errori della natura e magari di volerci curare aprendo centri di terapia riparativa e cristoterapia (sic), come recentemente accaduto ad Angolo Terme in Val Camonica (Brescia). Ma non lo capite che il mondo, l’Europa, l’Italia, il vostro elettorato e i cattolici stessi stanno da un’altra parte?
Con questa operazione decidete di mettervi dalla parte del più forte, anziché tutelare il soggetto debole. Peccato che questo sia in contraddizione non solo con la Costituzione laica e repubblicana che in quanto parlamentari avete giurato di difendere, ma con lo stesso vangelo di cui vi siete fatti araldi.
Peccato che noi omosessuali, quotidianamente colpiti da un ancestrale stigma sociale e da una discriminazione millenaria, abbiamo smesso di chinare il capo, abbiamo scoperto l’orgoglio per la nostra identità e non accettiamo più il ruolo di vittime di omofobia e transfobia, esplicite o striscianti che siano, che trasudano anche dalla vostra iniziativa, magari nascoste dietro alla libertà di opinione. Per dirla con la Corte di Cassazione *”il diritto alla libera manifestazione del pensiero, tutelato dall’art. 21 cost., non può essere esteso fino alla giustificazione di atti o comportamenti che, pur estrinsecandosi in un’esternazione delle proprie convinzioni, ledono tuttavia altri principi di rilevanza costituzionale ed i valori tutelati dall’ordinamento giuridico interno e internazionale”*(sentenza 28 febbraio 2001, n. 341).
Avreste fatto cosa ben più utile a scrivere a gay, lesbiche e trans per assicurare loro l’approvazione di una legge, seria, efficace, dignitosa, laica e civile, e magari per chiedere scusa per il troppo tempo e le troppe vittime che hanno pagato tale colpevole ritardo. Avreste evitato di scontentare gli stessi cattolici di Avvenire a cui vi rivolgete (che pretendono da voi la cassazione dell’intera legge), l’elettorato che vi ha votati e l’Istituzione in cui sedete degradandovi, per vostra stessa ammissione, a semplici lobbysti di interessi altrui, potenti, ma ormai ampiamente minoritari nel nostro paese.
Accettate un invito: non perdete l’ulteriore occasione parlamentare. Non aspettate un futuro giubileo (magari fra 2-300 anni) per chiederci scusa, come già fatto verso donne, ebrei, diverse religioni ed etnie, per il dolore che volontariamente o involontariamente, con opere ed omissioni,avete causato a migliaia di esseri umani.
Perché, stavolta più che mai, sareste complici e corresponsabili di tali sofferenze!

Luca Trentini, segreteria nazionale Arcigay Brescia

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