Cgil, sciopero contro i licenziamenti

Lo ha deciso il Comitato Direttivo bresciano. Braccia incrociate per otto ore ad aprile, ma la data è da definire. Nel mirino anche il mantenimento degli accordi sindacali.

(red.) Sciopero generale provinciale contro i licenziamenti, per il mantenimento dell’occupazione, contro l’impoverimento del tessuto produttivo della nostra provincia, per il mantenimento degli accordi e contro l’attacco ai diritti dei lavoratori.
Lo ha deciso il Comitato Direttivo della Cgil di Brescia, al termine di un incontro in cui è stato fatto il punto della situazione. “Il voto ci consegna una situazione difficile e articolata”, si legge, “che può essere un’occasione di vero cambiamento di questo paese”. La situazione bresciana, però, viene definita pesantissima. “I dati occupazionali sono drammatici: solo nel 2012 sono 51.000 le persone che si sono iscritte alle liste di disoccupazione, i primi mesi del 2013 non sono da meno, infatti se pure si registra una leggera diminuzione dei lavoratori collocati in mobilità contemporaneamente aumenta il dato dell’utilizzo della cassa integrazione in deroga che a oggi è messo in discussione il finanziamento. Inoltre entro l’estate 2013 arriveranno a conclusione molti dei contratti di solidarietà sottoscritti e fortemente voluti dalla Cgil e dai lavoratori per impedire i licenziamenti di massa senza che all’orizzonte si intraveda una ripresa economica. Anzi,i dati previsionali non sono rassicuranti”.
Secondo la  Cgil, i
l dato occupazionale dei giovani registra un segno negativo pesantissimo e si registra una situazione di marginale nuova occupazione esclusivamente precaria. “Tutti i settori produttivi sono colpiti dalla crisi: la situazione di recessione si sta aggravando e i dati dei consumi registrano il loro evidente rallentamento, anche tra i beni di prima necessità. Nella nostra provincia stiamo assistendo all’impoverimento generalizzato del sistema produttivo nel suo insieme, creando una situazione di malessere sociale davvero profonda. Siamo in presenza di una situazione economica e produttiva allarmante a cui si aggiunge l’aggravante che non vengono rispettate le più elementari regole: firme separate sui licenziamenti che si possono impedire, non rispetto degli accordi sottoscritti, azzeramento della democrazia e rappresentanza nei luoghi di lavoro”.
lavoratori pubblici, poi, secondo il sindacato di via Folonari, sono lasciati soli come unici presidi istituzionali ad affrontare situazioni di malessere sociale pesante che a volte sfocia in situazioni di pericolo per la vita stessa dei lavoratori e lavoratrici coinvolti , spesso precari e in condizioni di lavoro pesanti con nessun riconoscimento del loro lavoro. “All’ex Continente di Rezzato sono stati firmati dalla Cisl 17 licenziamenti che potevano essere evitati ricorrendo a 24 mesi di contratti di solidarietà. Alla Mac sono in lotta 84 lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro dopo chel’Iveco aveva ceduto a questa ditta un ramo d’azienda con la garanzia contrattuale di non avere ricadute occupazionali. Garanzia contrattuale che oggi non viene rispettataLa vicenda Mac non riguarda solo i lavoratori di quello stabilimento ma l’intero sito Iveco e il suo sviluppo, l’intera provincia di Brescia che rischia un ulteriore impoverimento della propria tenuta industriale. Alla SIA Autoservizi,dove l’azienda ha definito un accordo separato,non condiviso dalla Cgil (1° sindacato per numero di iscritti e di Rsu) violando l’accordo interconfederale del 28 Giugno 2011 e ha fatto pressione per determinare l’esito del referendum indetto in violazione di regole democratiche e norme contrattuali, dalle sole OO.SS firmatarie. L’accordo separato sottoposto a referendum cancella la contrattazione aziendale esistente. Queste situazioni si stanno moltiplicando in tutta la provincia e in tutti i settori. Si vuole far pagare solo ai lavoratori e lavoratrici i costi della crisi attraverso licenziamenti di massa e messa in discussione della rappresentanza e dei diritti acquisiti”.
Come uscire da questo impasse? “La
 Cgil ha messo in campo proposte concrete attraverso il piano del lavoro per contrastare questa situazione, piano del lavoro che deve essere declinato anche a livello provinciale per innescare attività che creino posti di lavoro. Vanno individuate soluzioni concrete e rapide in merito: alle pensioni e alla vicenda esodati, al finanziamento degli ammortizzatori sociali esistenti e ragionare su nuove forme di tutela più estensive, vanno individuate risorse aggiuntive per estendere i contratti di solidarietà, anche estensivi, poichè sono strumenti che contrastano i licenziamenti, riducono l’orario di lavoro garantiscono il salario, allargano la base occupazionale. Va estesa e aggiornata la contrattazione sociale per affrontare collettivamente il tema delle centinaia di cittadini, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate alle prese con gli effetti della recessione”.
Per tutte queste ragioni il direttivo della Cgil di Brescia ha ritenuto necessario proclamare uno sciopero generale provinciale di 8 ore nel mese di aprile. 

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