Parla Green Hill: “Siamo scienziati, non assassini”

La società che gestisce l'allevamento di Montichiari affida a una nota la propria difesa dopo gli avvenimenti delle ultime settimane e in vista di nuove contestazioni.

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(red.) “Non possiamo più accettare di essere trattati come degli assassini da una propaganda che vuole imporsi con la violenza e l’illegalità. L’aggressione e i sabotaggi all’allevamento hanno avuto conseguenze gravissime per la salute degli animali, che amiamo e rispettiamo come d’obbligo per chi fa il nostro mestiere”.
Queste parole arrivano dalla società Green Hill, che si occupa di allevamento di animali da laboratorio a Montichiari, in una nota alla vigilia dell’iniziativa internazionale promossa dal coordinamento Fermiamo Gree Hill, che da mesi ha ingaggiato una strenua battaglia per far chiudere i battenti alla struttura.
L’azienda ricorda come la sua è “un’attività che richiede professionalità e che qualsiasi insinuazione sul presunto maltrattamento degli animali è stata respinta anche dall’indagine della Procura di Brescia”. E ancora: “Sottrarre illegalmente i cuccioli dall’allevamento equivale a sottrarre i pazienti, uomini, donne e bambini, dalla possibilità di curarsi”.
L’azienda poi rivendica il suo ruolo: “Non dobbiamo vergognarci di svolgere un lavoro indispensabile per la comunità scientifica e per migliorare la salute delle persone e degli animali. E’ anche grazie al nostro contributo se ci sono farmaci che permettono di salvare la vita a pazienti affetti da gravi malattie. Secondo le leggi internazionali, nessun farmaco può essere introdotto sul mercato se prima non sono stati condotti accurati studi sugli animali per valutarne la potenziale tossicità. La ricerca alternativa in vitro viene infatti considerata”, continua la nota, “necessaria, ma non sufficiente dalla comunità scientifica”.
“Continueremo a fare il nostro lavoro”, conclude Green Hill, “forti del sostegno che riceviamo ogni giorno da migliaia di cittadini che non intendono cedere al ricatto di una minoranza di violenti estremisti che non sa e non vuole ascoltare”.

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