Caccia ai gatti neri: è una strage

gatto nero.jpgNe spariscono migliaia, non solo nel Bresciano. Riti oscuri, vivisezione o veleno?


(red.) Nella provincia di Brescia torna l’ombra di sette esoteriche e di misteriosi riti sacrificali dedicati a sanguinarie divinità. Dopo gli strani ritrovamenti sulle rive del Mella (leggi qui), le profanazioni di piccoli cimiteri fuori mano o i furti di ostie consacrate in alcune chiese della Bassa (leggi l'articolo), adesso arriva la notizia della scomparsa di centinaia di gatti neri, una strage che si sta compiendo, pare, in mezza Italia dove ne sarebbero spariti addirittura 1.500.
La denuncia è stata fatta dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), che parla di decine e decine di felini dal manto nero spariti nel nulla anche dalle nostre parti: soprattutto sul lago di Garda, tra Gardone, Salò, Desenzano e Lazise, ma anche in città.
Il fatto che i gatti dei quali è stata denunciata la scomparsa siano di colore nero ha fatto ipotizzare la mano oscura di qualche setta esoterica che li userebbe per i propri cruenti sacrifici. I Bambini di Satana, associazione di seguaci del diavolo con sede a Bologna, hanno subito smentito ogni collegamento: "Il gatto nero è sempre stato il simbolo legato alla stregoneria, un amico, un alleato di maghi e stregoni. Questa è la cultura popolare, da dove viene allora l’idea di collocare il gatto nero nei sacrifici rituali?". E rincarano la dose: "Lo diciamo con vigore anche passando per ‘forcaioli’: ci vorrebbe il carcere per chi volontariamente uccide un animale per pura soddisfazione personale, idem per chi abbandona i cani sulle autostrade".
Ma se non sono i satanisti "ufficiali", forse i responsabili della strage organizzata potrebbero essere i seguaci di qualche diabolica setta eretica o di un'altra oscura religione. Il campo delle ipotesi è comunque apertissimo. Escludendo i superstiziosi e i titolari di certi ristoranti, spesso tacciati dalla vox populi di servire gatto anziché coniglio o di mettere carne di felino negli involtini primavera, l’Aidaa ipotizza che i mici catturati possano essere "mandati in qualche laboratorio di vivisezione dell’est europeo". Tuttavia sono stati parecchi negli ultimi tempi anche nella nostra provincia i casi inspiegabili di avvelenamento di massa: sul Sebino (leggi qui), nella Bassa (leggi l'articolo), ma soprattutto a Desenzano (leggi qui).

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