Aler, il burocrate è senza cuore

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Una storia di cui vergognarsi. Inquilina di 84 anni senza caldaia dal 29 dicembre.


di Vittorio Prestini

Quale persona ricca di cuore e con un briciolo di coscienza civica lascerebbe una donna di 84 anni suonati, con problemi cardiaci e di deambulazione, al freddo nei giorni invernali? Nessuno, risponderanno in coro i lettori di quiBrescia.it. Forse, ribattiamo noi, nessun singolo individuo si macchierebbe di questa cattiveria. Ma non è così quando il singolo si trasforma in un burocrate, anzi in una serie di burocrati. Nel nostro caso dipendenti di un'azienda pubblica che dovrebbe avere un po' più a cuore la sorte dei suoi inquilini-utenti.
Vogliamo, quindi, raccontarvi quanto accaduto a Caterina Gerardini, detta Ninì, un'anziana pensionata residente a Brescia, in vicolo Borgondio 46, in un alloggio gestito dall'Aler presieduta da Ettore Isacchini (leggi qui il piano d'interventi 2008) per conto del comune di Brescia.
Era sabato 29 dicembre 2007, quando la caldaia della signora Gerardini ha cominciato a fare i capricci e a non accendersi. Nonostante l'età più che rispettabile e i numerosi acciacchi, la donna non si è persa d'animo ingegnandosi per cercare di farla partire e mobilitando amici, vicini di casa e conoscenti. Purtroppo, però, non c'è stato nulla da fare.
Passata la notte di San Silvestro al gelo – le temperature in quei giorni sono andate spesso sotto lo zero – il 2 gennaio dell'anno nuovo sono arrivati due tecnici della ditta incaricata della manutenzione, chiamata dall'inquilina. La mattina di mercoledì, il report della "G&G Servizio assistenza tecnica di Fogazzi Giulio" recitava: "Riscontrata caldaia con ventilatore, pompa e scambiatore deteriorati. Consigliato sostituzione caldaia".
Effettivamente si tratta di un modello installato nel lontano 1997, ed era normale che ci fossero dei problemi. Chi scrive, essendo venuto a conoscenza del caso, ha pensato di dare una mano con qualche telefonata per spiegare agli addetti i problemi di salute (e di età) dell'inquilina. Il pomeriggio del 2 gennaio, dopo un colloquio con l'ufficio manutenzione dell'Aler e con il geometra Luigi Disetti, capo ufficio, la Gerardini ha inoltrato via fax il report con le indicazioni dei tecnici.
Tutto, quindi, sembrava filare per il verso giusto anche quando il giorno dopo, giovedì 3 gennaio, il geometra Paterlini, delegato da Disetti, ha comunicato di aver fatto la richiesta d'intervento alla ditta che gestisce l'appalto per questo tipo di problemi.
La signora Gerardini, pur essendo rimasta al freddo anche troppo per la sua non più verde età, si aspettava ormai che il giorno seguente (venerdì 4 gennaio) o, al più tardi, il lunedì successivo (7 gennaio) la vecchia caldaia sarebbe stata sostituita dopo 10 anni di onorato servizio.
Purtroppo però, la sera di lunedì la sconsolata 84enne non aveva ancora visto nessuno in vicolo Borgondio. 
Il martedì successivo (era ormai arrivato l'8 gennaio), un anonimo impiegato dell'ufficio manutenzione Aler – che purtroppo non siamo riusciti a identificare meglio – alla nostra pressante richiesta di spiegazioni ha risposto così: "Guardi che noi non siamo il pronto intervento". Dopo aver ingoiato la risposta stizzita che una simile frase si sarebbe meritata, abbiamo chiesto se, per cortesia, fosse possibile almeno avere il numero telefonico della ditta appaltatrice. Risposta: "Non capiamo la sua arroganza. Non diamo dati personali delle aziende che gestiscono gli appalti Aler. Se la caldaia non è stata sostituita lo faranno. Non capisco come mai continua a telefonare". Forse quell'impiegato oltre che la cortesia, non conosceva nemmeno il significato del termine arroganza. Ma poco importa.
Altra telefonata, e questa volta all'altro capo del filo c'era una persona dai toni educati e affabili, che ha preso in mano la pratica e ci ha comunicato che l'intervento era stato richiesto dal geometra Paterlini perché venisse effettuato entro il 5 gennaio. Bastava avere ancora un po' di pazienza. 
Siamo arrivati così al 9 gennaio e nuovamente l'impiegato cortese è stato rassicurante: "Ieri abbiamo sollecitato, oggi anche: purtroppo abbiamo delle ditte che sono più lente delle nostre nonne".
Il 10 gennaio (data in cui scriviamo), gli impiegati Aler, evidentemente abituati a ritmi molto più blandi, non ne potevano più delle nostre continue telefonate. Così il geometra Paterlini, disperato, ha gettato la spugna: "Le lascio il numero della pratica e il telefono della ditta. Cerchi di mettersi d'accordo con loro". Risparmiamo ai lettori il successìvo scambio di battute al limite del consentito. Alla fine il geometra dell'Aler ci ha invitato ad andare a Zelig visto che insistevamo nel fare dell'ironia, ma forse quelli di Zelig dovrebbero dedicare almeno una gag alla burocrazia senza cuore dell'Aler di Brescia.
La verità è che in questa triste vicenda non c'è proprio niente da ridere. Soprattutto se si pensa a quanti anziani indifesi potrebbero essere stati vittime del disinteresse e della poca sollecitudine per i loro casi.
In conclusione, dopo aver scoperto che la ditta incaricata dell'intervento era la Idrotermica Bmg, abbiamo strappato alla cortese impiegata Nadia una promessa: venerdì 11 gennaio, una squadra sarebbe andata a casa di Ninì Gerardini. Che per fortuna non abita al Polo Nord, perché da 13 giorni non può accendere i caloriferi.

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