Cromo, Provincia chiude la Caffaro per due mesi

Ieri il provvedimento del Broletto all'azienda che opera in via Milano. Dall'Arpa certificano continua presenza della sostanza. Sempre necessaria bonifica.

(red.) Da oggi, martedì 15 ottobre, la Caffaro di via Milano a Brescia dovrà spegnere i macchinari e sospendere l’attività lavorativa. E questa situazione sarà mantenuta per due mesi entro i quali le vasche da dove proviene il cromo esavalente saranno messe in sicurezza. Di conseguenza, l’azienda potrà continuare a operare ma solo per il pompaggio delle acque sotterranee e mantenere la barriera idraulica che evita la contaminazione della falda con le sostanze chimiche. Il provvedimento di fermo dell’attività lavorativa è stato emesso ieri, lunedì 14, dalla Provincia di Brescia che ha revocato in modo temporaneo l’autorizzazione integrata ambientale.

Una decisione maturata dopo i test svolti dall’Arpa e certificando la continua presenza di cromo esavalente. Di questa situazione la procura di Brescia era già stata informata lo scorso luglio e tanto da aprire un’inchiesta. E ora, quindi, la Caffaro dovrà restare chiusa per sessanta giorni. Tuttavia, come hanno comunicato i sindacati durante la serata e appresa la notizia, i lavoratori andranno lo stesso in fabbrica questa mattina visto che nessuno era stato avvisato. Mentre le stesse sigle chiedono un incontro in Comune. Tra l’altro, ancora durante l’estate l’Arpa aveva informato le autorità competenti della necessità di mettere in campo una serie di interventi e in linea anche con il progetto di bonifica dello stabilimento redatto da Aecom. Ed era stata notata un’altra sorgente di cromo esavalente aggravando la contaminazione.

“Si trattava di un percorso lungo e lo sapevamo – ha detto l’assessore all’Ambiente di palazzo Loggia Miriam Cominelli partecipando alla presentazione dei dati sul mercurio della Caffaro – ma abbiamo deciso di affrontarlo. La Loggia c’è sollecitando il Ministero ad accelerare le pratiche necessarie per poter avviare una bonifica ormai sempre più necessaria, anche se ad oggi il sito è ancora di proprietà privata. Abbiamo già chiesto i documenti”. L’assessore ha anche sottolineato come l’analisi del rischio sia stata redatta solo dopo che il Comune ha avviato il percorso per il progetto di bonifica. Fin qui la situazione dello stabilimento, ora chiuso.

E per quanto riguarda la salute dei lavoratori? “Nessun pericolo per chi opera all’interno della Caffaro e nemmeno per chi abita fuori nelle vicinanze” ha detto il direttore dell’Ats di Brescia Claudio Sileo. La Caffaro Brescia della Chimica Fedeli, cioé la realtà che opera all’interno dello stabilimento di via Milano, e con un altro ente hanno verificato con dei campionamenti la situazione su quattro sostanze pericolose. Analisi svolte anche dopo la scoperta di mercurio che fuoriusciva dalla sede. E dall’Agenzia di Tutela della Salute dicono che continueranno a svolgere i controlli e lancia la necessità di una bonifica.

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