Delitto Nadia Pulvirenti, chiesto processo per sei

Sono cinque persone e la cooperativa che gestisce la cascina Clarabella di Iseo. Non avrebbero fatto il possibile per impedire che El Mouckhtari si armasse.

(red.) Per il delitto di Nadia Pulvirenti, la terapista 25enne uccisa a coltellate nel gennaio del 2017 dal 56enne marocchino Abderrahim El Mouckhtari, ospite della cascina Clarabella di Iseo, la procura di Brescia ha chiesto il rinvio a processo di sei realtà. Si tratta di cinque persone e della società che gestisce la struttura. Per tutti l’accusa è di concorso colposo in un delitto colposo in quanto i responsabili coinvolti non avrebbero fatto tutto il possibile, a partire dal lato sanitario, per impedire al nordafricano di armarsi del coltello e colpire.

Alla sbarra, oltre alla coop Diogene a capo della struttura per pazienti psichiatrici, vanno il direttore del Dipartimento di Salute mentale di Iseo, il responsabile del centro psico psicosociale e direttore della residenza, la responsabile del Cps di Rovato e del piano terapeutico dell’assassino, il presidente del consiglio di amministrazione di Diogene e un collaboratore. A capo dell’inchiesta c’è il sostituto procuratore Erica Battaglia, mentre El Mouckhtari venne assolto perché incapace di intendere e volere e condotto per dieci anni in un Rems.

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