Brescia, sotto esame 40 casi di furbi case popolari

C'è chi si aggiudica gli alloggi, ma poi non li occupa e li subaffitta ad altri a prezzi maggiori, oppure li lascia a parenti e amici che scavalcano lista.

(red.) L’Azienda lombarda sull’edilizia residenziale pubblica (Aler), il Comune di Brescia e la Polizia Locale conoscono molto bene un fenomeno che sta andando avanti da tempo e vogliono cercare di debellare all’ombra della Loggia. Cioè quello dei furbetti delle case popolari che riescono, grazie ai propri requisiti, ad accedere agli alloggi, ma poi di fatto a non occuparli mai oppure a cederli ad altri, che siano amici o parenti. Di questa situazione ne raccontano le colonne del Giornale di Brescia che riporta come i tre enti – Polizia, Aler e Comune – stiano per avviare una vera e propria task force per risolvere il problema e dare le case a chi spetta di diritto, evitando la furbizia su un tema così importante come le abitazioni.

E’ vero che si tratta di 40 alloggi incriminati rispetto ai 4.300 totali di cui può disporre la Loggia, ma resta comunque un disagio soprattutto per chi rimane fuori. Da questo punto di vista viene annunciata un’operazione che porterà a una serie di controlli tra le dichiarazioni dei redditi, i patrimoni, i dati dell’Agenzia delle Entrate e del catasto. Ma spesso hanno più effetto i controlli porta a porta da parte della municipale sulla base delle segnalazioni che arrivano dai cittadini e residenti notando continui via vai. E altre notizie di questo genere, da verificare, giungono anche dall’Aler e dal Comune. E analizzando i vari episodi si scopre una tendenza che interessa la maggior parte delle segnalazioni.

Spesso l’intestatario di una casa popolare la cede poi in affitto ad altri facendo pagare loro un canone di poco superiore a quello posto dall’Aler, ma inferiore rispetto a un tradizionale contratto d’affitto privato. Ma c’è anche chi vince l’assegnazione di un alloggio pubblico e poi lo prendono in dote gli amici o parenti perché il titolare originale aveva trovato un’altra sistemazione. Infine, come scrive ancora il quotidiano, c’è persino chi paga due affitti di due alloggi nonostante viva in uno solo. Il motivo? Evitare di avere vicini di casa troppo molesti o fastidiosi.

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