Qualità aria, nel 2018 Brescia maglia nera d‘Italia

Legambiente ha presentato rapporto "Mal d'aria". Nella nostra città 150 giorni di inquinanti alti nell'anno passato tra polveri sottili e quantità di ozono.

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(red.) Brescia, prima ancora di Lodi e Monza guardando al negativo podio, è la città dove nel 2018 la qualità dell’aria è stata la peggiore del resto d’Italia. Dopo l’Ispra lo ha certificato anche l’associazione Legambiente presentando il rapporto “Mald’aria 2019”. E così si scopre che per un mix di polveri sottili e ozono la nostra città nell’anno passato ha raggiunto i 150 giorni di superi. Ma a peggiorare la situazione è soprattutto l’ozono. Guardando anche alle classifiche singole, proprio per l’ozono Brescia si pone al secondo posto dopo Genova, mentre per le polveri sottili arriva dopo Avellino, Torino, Cremona, Padova, Milano, Alessandria e Monza.

Ma di certo la Lombardia e il bacino padano sono stati il territorio dove nel 2018 si è respirato peggio e il dato preoccupante che riguarda Brescia fa riferimento ai 150 giorni di inquinanti alle stelle rispetto agli 86 dell’anno precedente. I motivi, come emergono da Legambiente a livello generale, quindi non solo per Brescia, risalgono allo scarso utilizzo del trasporto pubblico e al fatto che i mezzi privati siano ancora i due terzi per quelli usati negli spostamenti. E dall’associazione si chiede di stilare dei piani urbani di mobilità sostenibile di cui Brescia in realtà si è già dotata.

All’ombra della Loggia si sta puntando sul potenziamento del trasporto pubblico e la dissuasione dal traffico privato, aspettando anche notizie sul fronte del tram. Ma per l’assessore comunale all’Ambiente Miriam Cominelli, a commento del rapporto sulla qualità dell’aria, a preoccupare è l’ozono. “Sulle pm10 il Comune può intervenire con le proprie politiche e in effetti il dato sta migliorando. Ma per l’ozono serve collaborazione ad alti livelli. Noi chiediamo di diminuire le velocità sull’autostrada e sulla tangenziale, ma non si può raggiungere senza il via libere delle istituzioni”.

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