Made in Brescia, siderurgia e meccanica frenano

Gabriella Pasotti, Aib: "l’industria guarda con apprensione all’evoluzione del mercato tedesco, principale destinazione delle nostre vendite".

Più informazioni su

    (red.) In provincia di Brescia, nel terzo trimestre di quest’anno, l’attività produttiva ha segnato flessioni congiunturali (non destagionalizzate) particolarmente intense, in particolare per quanto riguarda i comparti metallurgico siderurgico (-4,6%) e meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (-4,4%).
    Relativamente più contenuta, invece, la flessione nell’ambito della meccanica di precisione e apparecchiature elettriche (-0,9%). La dinamica tendenziale (riferita allo stesso trimestre del 2017) rimane nel complesso positiva, ma in rallentamento rispetto al recente passato, in particolare per quanto riguarda la meccanica tradizionale e mezzi di trasporto.
    Le preoccupazioni espresse in ambito nazionale riguardano quindi anche il territorio bresciano, terza provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino e Milano). Brescia, dove si contano poco meno di 100 mila addetti attivi nell’industria metalmeccanica, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (36 mila), al terzo posto nei macchinari ed apparecchiature (31 mila) e in quinta posizione relativamente per i mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

     

    “Allo stesso tempo – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del settore Meccanica dell’Associazione Industriale Bresciana – l’industria bresciana guarda con apprensione all’evoluzione del mercato tedesco, principale destinazione delle nostre vendite all’estero, dove il settore metalmeccanico provinciale nel 2017 ha esportato merci per 2,5 miliardi di euro (20,4% dell’export complessivo).

    La discesa del PIL nel terzo trimestre 2018 (-0,2% congiunturale) e il rallentamento dell’industria manifatturiera tedesca (+0,3% tendenziale, rispetto al +3,4% rilevato nel trimestre precedente) – prosegue la Presidente Pasotti – sono dei segnali di allarme che non vanno per nulla sottovalutati. Se il canale tedesco dovesse interrompersi, le ricadute sul settore metalmeccanico bresciano e nazionale sarebbero deleterie, con il rischio di veder vanificati gli ingenti sforzi effettuati in questi anni”.

    Più informazioni su

    Commenti

    L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.