A2a-Lgh, Anticorruzione contesta acquisto

Secondo l'autorità l'operazione sarebbe dovuta passare da un bando pubblico a livello europeo, anche visto l'alto importo. M5S esulta: "Avevamo ragione".

(red.) Prima doccia gelata per la municipalizzata A2a e l’acquisizione di Linea Group Holding. L’autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha inviato alla Corte dei Conti e all’autorità garante della concorrenza l’atto del 21 febbraio con cui è nato il “matrimonio” tra le due multiutility. In particolare, l’acquisizione del 51%, quindi la maggioranza, di Lgh per opera di A2a. Secondo l’anticorruzione, infatti, la trattativa non poteva essere conclusa in modo diretto, ma attraverso un bando di gara. Si parla di due realtà che sono punto di riferimento a livello lombardo per diversi servizi nei vari Comuni. A2a per quanto riguarda Brescia e Milano e Lgh per Cremona, Pavia, Lodi e ancora Brescia.

La volontà dell’Anac di contestare l’intesa e chiedendo il parere alla Corte dei Conti e all’Antitrust segue l’esposto presentato da alcuni consiglieri regionali e parlamentari del Movimento 5 Stelle per un’operazione che era partita nel 2015 e chiusa dopo varie trattative. La cessione delle quote di Lgh non era possibile in via diretta, senza una previa procedura concorsuale, competitiva e comparativa e in linea con la normativa di riferimento, secondo l’Anac. Anche per l’elevato importo della compravendita, pari a oltre 113 milioni di euro, di cui il 58,25% in contanti e il resto in titoli. In più si sarebbe dovuto passare da un bando pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

“L’operazione, in ogni caso, potrebbe non integrare la massima valorizzazione economica delle azioni che avrebbe potuto ottenersi con una procedura a evidenza pubblica funzionale alla cessione delle stesse sul mercato” aggiunge l’Anticorruzione nella sua nota. E dopo questa notizia il M5s ha “esultato”. “Sono necessarie gare europee ad evidenza pubblica per le fusioni e le partnership pubblico/privato come quella tra A2a e Lgh o quelle che ancora vengono predisposte da enti pubblici lombardi per dar vita al polo delle utility del nord – scrive in una nota il neo consigliere lombardo Ferdinando Alberti che aveva firmato l’esposto.- Chiediamo uno stop immediato ai politici coinvolti o saranno ritenuti responsabili del danno erariale. Non avevamo dubbi. Ci chiamavano gli ‘inesperti grillini’ e già nel 2016 davamo una sonora lezione ai blasonati studi di avvocati a fianco di A2A. La Corte dei Conti si esprimerà per i profili di competenza”. Nei giorni precedenti a sabato 17 marzo altri Comuni avevano deliberato a favore del maxi polo lombardo per l’intesa con A2a.

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