Energia Brescia, tre scenari per “superare“ il Tu

Impossibile chiudere la terza linea dell'impianto di via Lamarmora senza altri investimenti. E A2a e in Valsabbia si continua a lavorare su nuove fonti.

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(red.) A Brescia città e nell’hinterland era molto attesa e lunedì 8 gennaio è arrivata direttamente sulla scrivania di palazzo Loggia con tanto di numeri. E’ la relazione formulata dai professori Gian Paolo Beretta dell’università degli Studi di Brescia e da Stefano Consonni del Politecnico di Milano per il fabbisogno energetico della città. Compreso il possibile futuro del termovalorizzatore di via Lamarmora. Si parte da un presupposto e cioé che chiudere la terza linea dell’impianto, come chiesto a più riprese da associazioni ambientaliste, ma senza intervenire con altri investimenti, sarà impossibile.

Infatti, Brescia non avrebbe l’energia sufficiente per il teleriscaldamento, spingendo quindi i residenti ad accendere le caldaie e aumentando le emissioni, oltre a una perdita economica milionaria. Ma certamente si intende superare il modello attuale, come ha voluto sottolineare il sindaco Emilio Del Bono, partendo anche dall’allargamento della rete ai Comuni confinanti e al momento sprovvisti, cioé Collebeato, Rezzato, San Zeno Naviglio, Flero, Roncadelle e Castel Mella. Nel frattempo, sul tavolo ci sono tre opzioni che saranno seguite e valutate.

La prima riguarda una serie di innovazioni agli impianti, poi investimenti con chiusura della terza linea in via Lamarmora e infine, la più ipotizzabile, quella di puntare sugli investimenti e nel frattempo dismettere il carbone dalla centrale, trasformandolo in gas naturale. Anche l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra ha sottolineato come siano importanti i dati oggettivi forniti dalla relazione per capire come muoversi. Ora le idee saranno raccolte in una delibera di indirizzo da far approvare in Consiglio comunale.

E sul fronte dell’energia e del riscaldamento, si stanno muovendo anche A2a e la Valsabbia. La municipalizzata, dopo aver portato a segno il teleriscaldamento anche attraverso la Ori Martin, resta in contatto con l’Alfa Acciai per operazioni simili. Intanto, si punta su nuovi accumulatori di acqua da cui ricavare energia, proprio il recupero del calore dalle acciaierie, lo sviluppo del solare termico e sfruttare anche il calore dal depuratore di Verziano. Nella valle, invece, la Raffmetal sta studiando un progetto per riscaldare uffici e abitazioni di Casto e Vestone con il suo calore e con tanto di terme tra le zone spesso visitate dai turisti.

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