Uilca Ubi Banca: “No a alle esternalizzazioni”

Il sindacato, dopo la presentazione del piano industriale 2019-2020 aggiornato, hanno spiegato che resta il problema di trovare soluzioni per l'uscita di circa 1.300 lavoratori.

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(red.) Si è svolto nella mattinata giovedì 6 luglio la presentazione dell’aggiornamento del Piano industriale 2019-2020, comprensivo della fusione per incorporazione in UBI Banca delle cc.dd. Bridge Banks, presentata alle Organizzazioni Sindacali dal vice direttore generale vicario UBI Banca, Elvio Sonnino, e dal responsabile risorse umane UBI Banca, Mario Napoli.

Al termine dell’incontro che si è svolto a Bergamo, il segretario nazionale UILCA Fulvio Furlan e la responsabile UILCA Gruppo UBI Banca, Claudia Dabbene, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta: “Nel primo incontro con UBI in merito alle ricadute del Piano industriale abbiamo avuto conferma che nell’ambito delle 3.000 uscite dal Gruppo permane il problema di trovare soluzioni per circa 1.300 lavoratori”.

“Questa situazione”, si legge nella nota, “si determina per una impostazione definita dall’Azienda e approvata da Bce che ci trova in disaccordo, perché presuppone l’obbligo di ridurre l’occupazione. In merito abbiamo espresso ferma contrarietà al ricorso alle esternalizzazioni, che UBI continua a ipotizzare, ribadendo che si dovranno individuare le soluzioni socialmente sostenibili, previste dalle intese nazionali e utilizzate di consueto nel settore, così come nello stesso Gruppo UBI”.

“Abbiamo chiesto dati completi sul personale che potrebbe accedere al Fondo di Solidarietà del settore”, concludono i sindacalisti, “per avere un quadro chiaro utile a individuare le misure utilizzabili, e sottolineato che andrà posta grande attenzione al tema della mobilità territoriale, per non creare sperequazioni e penalizzazioni. Auspichiamo che si sviluppi un confronto costruttivo e responsabile, in cui l’azienda non smentisca una tradizione di relazioni sindacali corrette e trasparenti”.

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