Caccia alla volpe: ambientalisti ricorrono al Tar

Lav, Enpa e Lipu contro le disposizioni di Regione Lombardia: " I dati sugli esemplari sono inesistenti. L'unica cosa scientifica è che le volpi si nutrono di ratti e sono utili alla biodiversità".

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(red.) La Lac, Lega per l’abolizione della caccia, la Lav, Lega antivivisezione, l’Enpa, Ente nazionale protezione animali e la Lipu, Lega italiana per la protezione degli uccelli sono le associazioni che hanno presentato in queste ore un ricorso al Tribunale amministrativo regionale chiedendo l’annullamento, previa sospensione, del decreto regionale n.3276 del 23.03.2017, che ha autorizzato per 5 anni, 365 giorni all’anno e senza limiti orari i cacciatori dell’Atc unico di Brescia all’abbattimento delle volpi, adulti e cuccioli.

“La strada giudiziaria”, si legge in una nota delle associazioni, “si è resa necessaria a fronte di un provvedimento che lascia allibiti: la Regione Lombardia ha avvallato in blocco tutte le richieste dell’Atc facendole proprie, e si è dimostrata finora sorda alla mobilitazione popolare nata in seguito al decreto. L’udienza relativa al ricorso è calendarizzata a fine luglio, e intanto è necessario ricordare che il massacro sta avvenendo sulla base di dati inesistenti: la consistenza della popolazione di volpi nel Bresciano è sconosciuta, non esistono motivazioni sanitarie o di sovrappopolazione e i risarcimenti richiesti per danni alle colture agricole e agli allevamenti sono pari a zero. Le uccisioni in atto non hanno fondamento scientifico o motivazione se non quella, tutta da dimostrare visto che non ci sono dati, di garantire ai cacciatori soci dell’Atc qualche fagiano o lepre in più da abbattere durante la stagione venatoria”.

“L’unica verità scientifica”, secondo le associazioni, “è invece rappresentata dal fatto che questo canide è utile alla biodiversità, è predatore naturale di ratti, topi e anche nutrie. In un periodo di chiusura generale della caccia il decreto regionale impugnato ha autorizzato diversi cacciatori ad aggirarsi anche singolarmente, di notte, muniti di fari, autovetture e armati di fucili senza la presenza fisica, e quindi il controllo, degli agenti della Polizia Provinciale, in contrasto con la legge quadro nazionale (157/92, art.19), che non permette ai cacciatori di prendere parte agli abbattimenti coadiuvando gli agenti venatori pubblici, a meno che non siano proprietari o conduttori del fondo sul quale si attua il piano”.

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