Montagna, rilevati droga e pesticidi sul Presena

Uno studio guidato dal Museo delle Scienze di Trento ha portato a scoprire che in quota, sopra la Valcamonica, non si respirano solo aria fresca e buona.

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(red.) Cosa c’è di meglio che trascorrere giornate in alta quota, lontani dai centri abitati e a contatto con l’aria fresca? Per esempio sul ghiacciaio del Presena, sopra Ponte di Legno, nel bresciano, meta di turisti locali e stranieri. Ma parlando del monte incastonato tra le Alpi, sembra che non siano tutte rose e fiori. Secondo una ricerca condotta dal Museo delle Scienze di Trento e di cui scrive il Giornale di Brescia, a 3 mila metri di altezza non si respira solo aria fresca, ma anche pesticidi e persino droghe.

E’ subito da precisare che non si tratta di nulla di allarmante dal punto di vista della montagna, ma dei problemi potrebbero verificarsi nel momento in cui queste sostanze dovessero finire nei corsi d’acqua. L’indagine è stata guidata da un gruppo di ricerca attivo dal 2015 e coordinato da Valeria Lencioni tramite il Museo delle Scienze di Trento con le università di Milano Bicocca e Bolzano, il consiglio nazionale delle ricerche e l’azienda sanitaria di Trento. Hanno verificato lo stato di salute dei fiumi trentini che scorrono tra le valli e compiuto dei test in quota.

I dati completi saranno resi noti a maggio, ma intanto ne sono emersi alcuni. Per esempio, la presenza di erbicidi e pesticidi tipici dell’agricoltura e che l’aria porta in quota. Ma c’è addirittura spazio per farmaci antibiotici e di altro genere che i turisti, sportivi e visitatori assumono sul posto. E persino droghe consumate in montagna. A preoccupare non sono le quantità di queste sostanze, ma le conseguenze sull’uomo nel momento in cui usa l’acqua che prende spunto proprio dai fiumi e torrenti e nei quali finiscono le acque del disgelo del Presena.

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