Olive da tavola a Marone? “Ci stiamo lavorando”

Lo spiega l'assessore all'Agricoltura di Regione Lombardia. "Stiamo lavorando a un accordo di programma". L'idea è quella di riaprire l'impianto degli anni Quaranta.

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(red.) “Dopo un sopralluogo del presidente Maroni sono qui in avanscoperta, in nome e per conto dell’assessore Massimo Garavaglia, per costituire un accordo di programma tra Regione Lombardia, Comune di Marone, i Comuni dell’area Sebina e i soggetti privati interessati a ridare vita all’ex opificio Cristini-Cittadini di Marone, dismesso negli anni Quaranta, e che potrebbe diventare un oleificio con un innovativo impianto di lavorazione delle olive da tavola”.

Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che, questa mattina, ha visitato l’ex industria, alla quale si sono interessati anche il consigliere regionale Fabio Rolfi e l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi.

INCONTRO IL 4 APRILE. “Il prossimo 4 aprile in Regione Lombardia incontrerò l’assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia – ha annunciato Fava – per valutare se è possibile sottoscrivere un accordo di programma e quale potrebbe essere la copertura regionale sul progetto dell’amministrazione di Marone, concordato con i sindaci dell’area, con l’interesse dei privati, finalizzato appunto a impianto di raccolta e trasformazione di olive e di olio”. In particolare, il processo industriale di lavorazione delle olive da tavola sarebbe il primo in Lombardia e il secondo nella Macroregione Agricola del Nord, dopo quello in Liguria.

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