Rodengo, incidente binari, ricostruita dinamica

Sperandio Barcellini, unico rimasto incolume, ha rivelato di aver eseguito l'ordine di sganciare il carrello. Che poi è finito contro la motrice dei colleghi.

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(red.) Un movimento senza sosta a 60 chilometri orari con dieci tonnellate di binari che si sono scaricati contro la motrice. Così i due operai delle ferrovie Nicola Franchini e Francesco Fusari sarebbero rimasti colpiti nel dramma avvenuto la notte del 22 ottobre sulla linea Brescia-Iseo-Edolo, a Rodengo Saiano. E’ la ricostruzione fatta dal sostitutore procuratore di Brescia Carlo Pappalardo che ha aperto l’inchiesta sull’incidente in cui Franchini è morto e il collega è attualmente ancora in coma.

L’unico a salvarsi è stato Sperandio Barcellini che ha rivelato di aver ricevuto l’ordine di sganciare il carrello dalla motrice, operazione che ha compiuto lasciando i due colleghi. Secondo un’ipotesi tecnica, la motrice con il carrello agganciato avrebbe raggiunto un punto più in là rispetto al previsto, azionando erroneamente il passaggio a livello. A quel punto Barcellini avrebbe sganciato il rimorchio per consentire ai colleghi di fare la manovra inversa e ripristinare la situazione, tornando indietro sui binari.

Ma sul carrello non c’era la staffa di bloccaggio e così, sulla pendenza, si è scagliato contro la motrice. Mentre l’uomo rimasto a terra ha tentato in ogni modo di avvisare i colleghi del pericolo, ma ormai era troppo tardi. In ogni caso, la procura continua a indagare aspettando accertamenti sul meccanismo di freno e in attesa che Fusari, ancora in ospedale, possa riprendersi per dare la sua versione.

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