Dramma Rodengo, nessun freno sul carrello

(red.) Sul carrello che venerdì notte 21 ottobre si è schiantato lungo i binari della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, a Rodengo Saiano, uccidendo una persona e ferendone gravemente un’altra, non c’era il freno. E’ uno degli elementi che la procura bresciana, tramite il sostituto Carlo Pappalardo, ha raccolto nell’ambito dell’inchiesta aperta contro ignoti per omicidio e lesioni colposi. Lo scrive il Giornale di Brescia. Sperandio Barcellini, già sentito martedì 25 dagli inquirenti, è l’unico che si è salvato, nonostante il conseguente forte stato di shock. Ha rivelato di essere stato lui a sganciare il carrello, carico di binari e traversine, dalla motrice dove si trovavano Nicola Franchini rimasto ucciso e Francesco Fusari attualmente in coma farmacologico.

Nel momento dello sgancio, si è appurato che sul carrello non sarebbe stato messo il cuneo per ancorarlo ai binari. Così è bastata una leggera pendenza favorevole perché si muovesse da solo e prendesse velocità per scontrarsi senza ostacoli verso la motrice. Barcellini ha anche rivelato di aver tentato di fermare la corsa impazzita del mezzo lanciando dei sassi e pietre verso i binari, ma inutilmente e sarebbe corso verso i colleghi per urlargli di scappare. Con sé, infatti, non avrebbe avuto il cellulare per avvisarli. Recuperato solo dopo per avvisare i soccorsi. Ma ormai era troppo tardi. La procura prosegue le indagini, puntando a sentire la versione di Fusari nel momento in cui dovesse stare meglio.