Bozzoli e Ghirardini, verso proroga indagini

I familiari dell'operaio hanno fatto depositare una consulenza: sarebbe stato drogato e poi ucciso. Un altro anno per capire la scomparsa dell'imprenditore.

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(red.) Si aprono possibili nuovi scenari sulla doppia vicenda di Mario Bozzoli e Giuseppe Ghirardini, rispettivamente l’imprenditore scomparso l’8 ottobre 2015 dalla fonderia di Marcheno, nel bresciano e il dipendente trovato morto a Ponte di Legno. Per quanto riguarda il secondo caso, la procura di Brescia continua a indagare sull’istigazione al suicidio, ritenendo che l’operaio possa aver visto qualcosa legato al proprio datore di lavoro e abbia deciso di farla finita. Ipotesi, al contrario, sempre smentita dai familiari che venerdì 21 ottobre hanno compiuto il passo tanto annunciato.
Tramite il legale, hanno depositato al sostituto procuratore Alberto Rossi, che coordina l’inchiesta, una consulenza di un medico che attesterebbe come a Ghirardini sia stata data della droga di stupro e poi una capsula di cianuro per farlo morire. Per questo motivo la procura ha deciso di chiedere un’altra perizia sulla base delle conclusioni del medico. Ma intanto emergono nuovi scenari, raccontati dalla stampa nazionale. In particolare, si parla di circa 4.200 euro in contanti trovati nella casa dell’operaio.
Fonti giornalistiche ritengono che sia stata la somma rubata dalla fonderia come prezzo del silenzio e che Bozzoli ne abbia chiesto conto. Ma la procura smentisce tutto. Quei soldi, ritenuti troppo pochi per il silenzio, erano già stati sequestrati nelle prime fasi dell’inchiesta e vengono considerati come parte dello stipendio data in “nero” all’operaio e il denaro per acquistare il biglietto aereo del figlio che sarebbe venuto in Italia dal Brasile nel periodo natalizio. Dal punto di vista giudiziario, sarà chiesto di prorogare le indagini sull’istigazione al suicidio e di allungare di un altro anno quelle sulla scomparsa di Bozzoli.

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