Morte Marta Baroni, droga la sera prima

(red.) Marta Baroni, la 34enne trovata morta la mattina del 25 agosto nel cassonetto del verde in via Torricella, a Brescia, la sera prima aveva assunto cocaina, eroina e psicofarmaci. Lo dicono i risultati degli esami tossicologici disposti sul corpo della donna, che durante la vita aveva cambiato sesso, assumendo appunto le sembianze femminili. Ma secondo l’autopsia, non è stato il mix di droghe a uccidere la giovane, bensì una grave gastrite di cui la donna soffriva da tempo. Il suo cadavere era stato trovato da un addetto di A2a impegnato nella raccolta dello sfalcio del verde e subito aveva allertato le forze dell’ordine. Sul caso è aperta un’inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Brescia Roberta Panico e per occultamento di cadavere.
Dal punto di vista delle cause del decesso, quindi, non ci sono più dubbi, ma le indagini proseguono per capire come il corpo della donna sia finito nel contenitore dei rifiuti green. La sindrome di un’emorragia gastrica, quella che ha ucciso Marta, secondo i medici si accompagna a evidenti tracce di sangue. Ma la sostanza ematica non è stata trovata nel contenitore. La situazione fa quindi pensare al fatto che qualcuno, dopo aver trascorso la serata con la donna e notato il suo malore mortale, abbia deciso di spostare il corpo. Intanto, la madre della 34enne ha presentato agli inquirenti una lista di persone che conoscevano la figlia e che avrebbero potuto trascorrere le ultime ore con lei. E si tratta anche di soggetti spesso ai margini della società e affetti da tossicodipendenza.