Imprese, più straniere, calano italiane

Le attività commerciali aperte dal 2011 al 2015 nel bresciano dai migranti sono lievitate del 13%. Quelle lanciate dai nostrani si sono ridotte dell'1,8%.

(red.) In provincia di Brescia diminuiscono (-1,8%) le imprese create da italiani, mentre aumentano (+13,3%) quelle aperte dagli stranieri. Sono i numeri relativi al periodo dal 2011 al 2015 e presentati martedì 31 maggio dal segretario generale della Camera di Commercio Massimo Ziletti, elaborati sulle indagini di Infocamere e Istat. Attualmente le attività che parlano straniero nel bresciano sono 12.907 rispetto alle 11.391 di quattro anni prima. Viene anche sottolineato, però, che la crisi economica non lascia indenni nemmeno i non italiani, visto che nel 2015 l’apertura di nuove attività è calata dal +5 al +2,8%. Secondo la Camera di Commercio, in pratica, il fenomeno di nuove attività imprenditoriali straniere sta rallentando, ma avanza, al contrario di quelle italiane che non solo non aprono, ma addirittura sono costrette a chiudere.
Dal punto di vista del tipo di imprese registrate all’ente camerale, 8 su 10 sono individuali, ma negli ultimi anni sono aumentate soprattutto quelle di capitali. Per quanto riguarda le attività straniere, dominano i settori delle costruzioni, servizi alle imprese e di magazzino. Ma a vincere su tutti è il commercio al dettaglio e ambulante, con quasi un terzo. Positivi anche i settori della ristorazione e l’industria con 1.379 aziende aperte da chi non parla italiano. Il profilo degli stranieri che aprono un’attività va dai 30 ai 49 anni e originari di Cina, Romania, Marocco e Pakistan. E c’è una specializzazione particolare. Marocchini, senegalesi e nigeriani puntano sul commercio, rumeni, albanesi e tunisini nelle costruzioni ed egiziani nei ristoranti. I cinesi? In tutti i settori. Mentre a condurre le attività nel 23% dei casi sono donne, in linea con il 25% bresciano.

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