Silp Cgil, “no alla chiusura di Iseo e Salò”

Lo ha ribadito il segretario generale Luigi Sepe, riconfermato nel suo ruolo nell'ambito del IV Congresso a Brescia. "Siamo a rischio infiltrazioni mafiose".

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(red.) Luigi Sepe confermato segretario generale del Silp Cgil, nel IV Congresso provinciale che si è svolto a Brescia lunedì 17 marzo.
Presenti anche il Prefetto, il Questore, il Capo di Gabinetto della Questura, il Dirigente della Sezione Polstrada di Brescia, il Dirigente del Commissariato di Desenzano del garda, il segretario generale della Camera del Lavoro e il segretario nazionale SILP CGIL Mario Roselli che ha svolto le funzioni di Presidente del Congresso. La neo segreteria è composta da Sepe, Gianluca Cioè, Alex Talamanca, Antonio Sofia, Attilio Coschignano, Mauro Tizian.
Nella relazione Sepe ha lanciato un grido d’allarme per le condizioni precarie in cui gli agenti si trovano ad operare,a fronte di un allarme sempre crescente nell’ambito della criminalità organizzata. «La cultura della legalità va costantemente alimentata e posta al centro del vivere sociale per evitare la disgregazione e il rischio della diseducazione dei cittadini al rispetto delle leggi. Un rischio divenuto concreto per l’assenza di risposte dalla politica sempre più autoreferenziale nel mondo dei suoi  privilegi, per la mancanza di decisioni, o per le scelte sbagliate da parte degli apparati preposti, incapaci a fronteggiare situazioni di ampia portata sul fronte sicurezza. Un modo di procedere che sicuramente non agevola lo sviluppo di una coscienza civile in rapporto alla mafia e alla criminalità organizzata e che incrina la diffusione di conoscenza e  consapevolezza che è il primo contrasto all’agire mafioso».
Brescia, in particolare, è a rischio infiltrazioni mafiose. «E non si tratta più della classica mafia di derivazione meridionale come la ‘ndrangheta, ormai giunta alla terza generazione, e la camorra, ma di nuove mafie internazionali provenienti dalla Cina, dall’Albania, dal Pakistan, Armenia e dall’India. Vecchie e nuove organizzazioni che trovano terreno fertile nel bresciano. Non trascurabile è l’aspetto legato alla criminalità russa che continua ad investire i propri profitti sul lago di Garda, facendolo in modo massiccio inserendosi nel contesto criminale già esistente in quella zona mediante la costituzione di società unipersonali, quindi un giro di riciclaggio di denaro sporco fatto confluire in ingenti investimenti immobiliari in zone di pregio della riviera gardesana».
Non a caso, da tempo magistratura e politica chiedono l’apertura di una sede della Dia a Brescia. Per Sepe: «In pratica, si vuole affrontare un grave fenomeno che mina le fondamenta della percezione di sicurezza avvertita dalla collettività, un rimedio per curare un male incancrenito per il disinteresse atavico della stessa classe dirigente. A tal proposito adduco un’obiettiva riflessione e mi chiedo: è sostenibile una reiterata richiesta alla luce di una conclamata controtendenza che sopprime i presidi, taglia le risorse, depotenzia le attività d’indagine, piuttosto che istituirne di nuovi con annesso flusso finanziario? Pertanto, prima di ogni altra cosa è opportuno che l’apparato politico si assumi in concreto la responsabilità di fare comprendere ai suoi cittadini come stanno effettivamente le cose e qual è il senso di marcia intrapreso; non si può pretendere la legalità se viene negata la trasparenza e il confronto. Perché, in assenza di questa consapevolezza, ogni appello trova al prossimo angolo del percorso la sua futilità, e il sistema, le rappresentanze ai vari livelli e la società civile, continueranno a ripiegarsi su se stessi, senza spazi, senza orizzonti, svuotati della loro specificità e della fase progettuale, privi della forza di contenimento e di quella energia sufficiente per combattere efficacemente le aggressioni provenienti dal mondo mafioso. Con i limiti non si va da nessuna parte».
Tema altrettanto urgente, intanto, è la chiusura di due distaccamenti Polstrada a Salò e Iseo. «Siccome, le procedure inerenti la soppressione dei presidi sono state già avviate mediante una prima fase che consiste nell’attività di analisi da parte delle autorità provinciali di pubblica sicurezza con i loro contributi e valutazioni di merito, il SILP CGIL per tale presupposto, chiederà al Prefetto e al Questore di Brescia di istituire il prima possibile il Comitato di Ordine e Sicurezza Pubblica col coinvolgimento delle organizzazioni sindacali di riferimento, un luogo idoneo dove sostenere la nostra contrarietà rispetto alla chiusura dei distaccamenti della Polizia Stradale di Salò ed Iseo e della soppressione della Polizia di frontiera presso l’aeroporto di Montichiari, per una serie di motivi dovuti fondamentalmente a conoscenze operative, logistiche e locali».
Il Distaccamento Polstrada di Salò è stato istituito nel gennaio del 1961 nella stessa struttura dove risulta attualmente dislocato, per la quale viene corrisposto dalla Prefettura al Comune un canone annuo di poco superiore ad euro seimila. Il Comune di Salò, nonostante le difficoltà nel periodo di crisi, ha sempre ritenuto indispensabile, per l’importanza della presenza di un presidio di Polizia nel proprio territorio, di assecondare le richieste di manutenzione necessarie all’edificio. L’attività del Distaccamento connessa alla preparazione professionale degli operatori, nell’ultimo quinquennio (2009-2013), viene annoverata in oltre 5000 pattuglie sul territorio, 1000 incidenti rilevati, oltre 800 persone denunciate, circa 110 mila persone identificate e più di 8000 soccorsi prestati. Inoltre, per oltre 30 mila violazioni contestate, 1000 risultano per stato di ebbrezza alcoolica e altre 50 per sostanze stupefacenti. Non è trascurabile il dato che evidenzia nell’ultimo periodo, il controllo relativo ai tempi di guida e riposo a circa 3000 veicoli pesanti di varia nazionalità, contestando in merito più di 2000 violazioni. La copertura territoriale di competenza parte da Rezzato fino a Limone sul Garda al confine col Trentino, e prevede il pattugliamento di una delle due statali rimaste nella provincia di Brescia, la 45 bis, sempre più trafficata dai mezzi pesanti e dai turisti. In totale sono 39 i comuni che fanno capo a tale reparto. Il Distaccamento salodiano negli anni è sempre stato il punto di riferimento per gli utenti, per le numerose aziende presenti in zona, per gli istituti scolastici, grazie al progetto rivolto all’educazione stradale, e un notevole baluardo rispetto all’affluenza turistica che ammonta a 100 mila presenze giornaliere per 6 mesi l’anno. La necessità di un presidio di Polizia per fini preventivi utile a garantire interventi e soccorsi a seguito di sinistri stradali e a rafforzare il livello di sicurezza e legalità, ha convinto il Consiglio comunale ad approvare il 10 marzo all’unanimità una mozione contro la chiusura del Distaccamento. Una netta opposizione è giunta anche da parte del consorzio turistico «Lago di Garda Lombardia» che comprende enti pubblici e operatori privati e rappresenta il sistema vacanze della sponda bresciana.
Per quanto attiene il Distaccamento di Iseo, è indispensabile sostenere la sua strategica posizione riguardo al pronto intervento in galleria, infatti, sulla strada provinciale BS 510, con oltre 40 Km di tracciato, insistono circa 20 Km con gallerie (alcune lunghe diversi Km) spesso luoghi di incidenti, e solo nell’anno 2013 sono stati rilevati dal reparto in menzione il 30% dei sinistri stradali con esito fatale. L’attività operativa dal 2009 al 2013 ha condotto a 210 mila persone controllate, 1300 indagate in stato di libertà di cui 21 arrestate, 110 mila veicoli controllati, 85 recuperati (furto ed altro), 12 mila soccorsi prestati, 12 mila violazioni accertate di cui 900 per ebbrezza alcoolica e 100 per stupefacenti, 1.145 incidenti rilevati, 800 patenti ritirate e 8.800 pattuglie effettuate. Sono 26 i comuni che rientrano nell’itinerario di competenza, e Iseo come Salò, risulta un importante punto di riferimento per la cittadinanza, per le numerose attività turistiche e le aziende.  Alla luce dei dati esaminati e al di fuori di un ragionamento meramente ragionieristico, vien da se che, chiudere due importanti presidi dislocati in posizione strategica in zone molto vaste, produrrebbe come unico effetto la desertificazione del territorio e un enorme calo della sicurezza e dell’attenzione verso le istituzioni.
Per la Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Montichiari il discorso è più complesso: i  problemi legati a tale struttura sono riconducibili essenzialmente ad aspetti di natura politico ed economica, che impediscono l’effettivo decollo di uno dei poli aeroportuali più strategici del nord Italia. Per tale motivo, lo scalo monteclarense risulta a corto di voli, sempre più concentrati su Verona e Orio al Serio, lasciando allo stesso quelli commerciali e quelli privati che comunque, necessitano essenzialmente della presenza della Polizia di Stato per i servizi di vigilanza. Ora c’è da capire, nel momento in cui viene soppressa la Polizia di Frontiera, con il passaggio di funzioni alla Questura di Brescia, quale sarà in futuro il modulo operativo che verrà adottato, e che tipo di organizzazione verrà stabilita per i 16 dipendenti dello scalo aereo. «Sperando di non trovarci nella situazione, come già accade nelle piccole realtà del sud Italia con presidi chiusi o ridotti all’osso dal punto di vista delle risorse umane, per cui ogni qualvolta accade un’emergenza o un improvviso cambio di programma nella gestione dei voli, di impiegare la squadra volante della Questura distogliendola dal controllo del territorio, con a bordo operatori che non sono in possesso della qualifica e delle competenze adeguate al servizio di Polizia di Frontiera».
 

 

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