Brescia, in Questura “car sharing” forzato

Siulp lancia l’allarme: fondi ministeriali dimezzati e poliziotti a corto di volanti. Digos e Squadra Mobile si muovono grazie alle auto sequestrate nei processi penali.

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(red.) A Brescia mancano i fondi per garantire la sicurezza dei cittadini. A lanciare l’allarme, sulle pagine de Il Corriere della Sera, è Rosario Morelli, segretario provinciale della Siulp (sindacato italiano unitario lavoratori di polizia), arrivando a parlare di “crisi totale”.
Pare, infatti, che i fondi disponibili per manutenzione ed equipaggiamenti, così come quelli per straordinari e pulizie, siano stati tagliati, negli anni, di un considerevole cinquanta per cento. I numeri parlano chiaro: le Alfa 159 blindate a disposizione della sezione volante bresciana, deputata al controllo del territorio, sono 18. Di queste, ben 11 sono parcheggiate in officina per guasti meccanici, ma ripararle sembra impossibile. Quasi tutte, infatti, hanno  superato i 200mila km, limite previsto dalla garanzia assicurativa. E i fondi ministeriali da destinare alle riparazioni proprio non ci sono. Così, gli agenti che entrano in servizio devono attendere che rientri l’auto dei colleghi per poter iniziare a lavorare. La situazione non migliora per i reparti investigativi: otto auto civili di Digos e Squadra Mobile sono ferme. I servizi di intelligence riescono ad essere garantiti solo grazie alle automobili sequestrate nei processi penali, che la magistratura dà in custodia giudiziale a questi reparti.

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