Rapina in villa, ora a Sulzano la gente ha paura

Dopo il violento assalto nell'abitazione dei coniugi Bettoni, in paese serpeggia il terrore. L’episodio si aggiunge alla serie di furti avvenuti soprattutto in Valcamonica.

(red.) In paese, domenica mattina, l’argomento di ogni discussione era sempre lo stesso: la terribile rapina nella villa dei coniugi Bettoni alle Vetrine, avvenuta venerdì sera intorno alle 21. Impossibile fingere che vada tutto bene. Troppe sono la rabbia e l’indignazione per un aggressione tanto brutale quanto spavalda, che ha scosso profondamente il piccolo centro del bresciano.
I fatti di Sulzano non sono però un caso isolato. Inevitabile, infatti, correre con la mente a ciò che sta accadendo in Valcamonica, letteralmente spazzata da un’ eccezionale e inarrestabile ondata di furti, che ha costretto i sindaci dei paesi interessati ad unire le proprie forze nel tentativo di arginare un fenomeno in continua e preoccupante espansione. Dunque, nel bresciano, il problema della sicurezza torna in primo piano e, oggi, non coinvolge più solamente la città o i centri più grandi, ma anche i piccoli, e un tempo tranquilli, paesi della provincia.
Come detto in precedenza la paura è tanta. A detta degli abitanti di Sulzano la cosa che maggiormente preoccupa e più fa arrabbiare, è pensare di dover vivere con il terrore che balordi di ogni sorta possano entrare indisturbati nelle abitazioni. Ma, cosa ancora peggiore è che il loro atteggiamento sta diventando sempre più sfacciato, spavaldo e violento. In paese, oltre ai rabbiosi e preoccupati commenti sull’accaduto, si pensa anche a come porre un freno al dilagare di questo fenomeno. La soluzione sembra partire dalla strada, facendo attenzione a chi circola in paese, perché, sostiene qualcuno, i “basisti” devono per forza aggirarsi per le vie del paese.
Soluzioni fai da te a parte, le forze dell’ordine non stanno certo a guardare. Tra il lago e la Franciacorta le pattuglie dei carabinieri appostate ai lati delle carreggiate si sono fatte più frequenti, ma, in questo clima di tensione, non mancano le prime voci di chi è tornato a parlare di ronde.

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