Anidride carbonica introvabile, l’acqua resta senza bollicine

Scarseggiano gli approvvigionamenti di CO2 alimentare e le aziende bresciane di acqua frizzante hanno già sospeso la produzione. La causa? L’aumento dei costi di energia e di trasporto.

Brescia. Acqua frizzante o naturale? Questa la domanda che viene rivolta ai commensali riuniti a tavola, ma, presto, questa alternativa potrebbe non esserci più.
Sembra infatti che l’anidride carbonica alimentare, con la quale si addiziona l’acqua per ottenere le bollicine, stia diventando introvabile. Il motivo? I produttori internazionali stanno bloccandone la produzione, un effetto dell’aumento dei costi di energia e delle difficoltà di trasporto.

Maniva, azienda bresciana di Bagolino che produce 160 milioni di bottiglie l’anno, ha già sospeso da una settimana la produzione di acqua frizzante e non si conoscono ancora le tempistiche per la ripresa.
A Salò c’è Fonte Tavina (250 milioni di bottiglie all’anno) che sta attingendo alle scorte di anidride carbonica e che conferma che il quantitativo che giunge adesso in azienda è il 20% del fabbisogno. Ultima spiaggia sarebbe quella di acquistarla nei paese dell’est dove i costi, però, sarebbero maggiori.

A Nuvolento c’è invece Fonte Sole che prevede già una sospensione della produzione di acqua con le bollicine a breve, mentre a Vallio Terme l’Acqua Castello (6 milioni di bottiglie annue)  è riuscita ad ottenere l’ultima fornitura di 7mila litri, scongiurando il pericolo di retare “a secco”.

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