Parte da Brescia il protocollo sperimentale “Nido sicuro”

Una mozione della consigliera leghista Francesca Ceruti per attivare un progetto che coinvolge otto strutture per l'infanzia nel bresciano per individuare i segnali di violenze sui minori.

Brescia. «Fatti come quelli che recentemente hanno portato (nel bresciano, ndr.) all’arresto di un’assistente scolastica accusata di maltrattare una bimba disabile, sui quali la magistratura dovrà indagare, non devono accadere mai più. Con la mozione approvata oggi (martedì 14 giugno, ndr.) dall’Aula consiliare Regione Lombardia si impegna a promuovere iniziative volte ad aumentare la soglia di attenzione a tutela dei minori». Così il consigliere regionale leghista Francesca Ceruti, vicepresidente della Commissione Garante per l’Infanzia di Palazzo Pirelli.

Spiega Ceruti: «La Lombardia a guida Fontana da molto tempo è in prima fila per la tutela delle fasce più deboli della nostra popolazione e, in primis, i bambini. È fondamentale disporre dei giusti strumenti per individuare per tempo quei segnali psicologici che nei minori sono spesso la punta dell’iceberg di un disagio sommerso, spesso tenuto nascosto per paura o per vergogna. Gli abusi sui minori sono fatti aberranti e odiosi e tutti noi abbiamo il dovere di adoperarci per garantire l’incolumità e la sicurezza dei bambini».

«Colgo l’occasione per evidenziare il progetto sperimentale “Nido Sicuro”, finanziato dalla Regione Lombardia tramite l’Ats di Brescia sviluppato con il coinvolgimento di otto asili nido del bresciano e che verrà attivato nel 2022/2023», prosegue il consigliere regionale leghista; «il progetto, che ha come obiettivo la definizione di un protocollo per individuare i segnali di violenze e contrastarli con comportamenti adeguati, coinvolge 600 genitori in incontri di sensibilizzazione, campagne di promozione culturale sul tema e laboratori sul rapporto genitoriale, più 71 educatrici con percorsi formativi ad hoc, tutti sotto l’egida di un comitato scientifico formato da pediatra, psicoterapeuta, pedagogista, mediatrice famigliare e giurista».

«È dunque opportuno e doveroso- conclude il consigliere regionale leghista, -supportare interventi che aumentino la soglia di attenzione verso gli episodi di maltrattamento minorile, prestando particolare cura alla formazione e al supporto psicologico del personale, che non deve operare in condizioni di stress che si ripercuotano sui bambini. Compito delle Istituzioni è garantire il diritto del minore a frequentare serenamente la scuola, evitando parimenti che venga tradita la fiducia che le famiglie ripongono verso le persone cui affidano i propri figli. Per questo motivo penso che tra le iniziative volte a eliminare episodi di maltrattamento verso minori anche le telecamere negli asili e nei micronidi possano rappresentare un buon deterrente per scoraggiare eventuali comportamenti che, seppur episodici, nulla hanno a che vedere con la missione educativa. E chi, nel settore, opera con serietà e professionalità, non potrà che concordare con questa scelta offerta da Regione Lombardia».

 

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