Il Tar: stop alle doppiette lombarde fino al 7 ottobre
Il Tribunale amministrativo ha sospeso la caccia per un paio di settimane in contrasto con la linea troppo permissiva della Regione Lombardia. Sono gli effetti del ricorso della Lac.
Più informazioni su
(red.) Un comunicato della Lac, Lega anti caccia, informa che con decreto cautelare odierno (n.00969/2021) il Tar della Lombardia ha sospeso qualsiasi attività venatoria fino al 7 ottobre, con effetto immediato. La motivazione (vedi qui il testo integrale) è che ” in relazione alla natura delle censure dedotte sul piano procedimentale e sostanziale rispetto al parere di Ispra – ad eccezione di Moriglione e di Combattente – in termini di violazione dei principi generali in materia, appare prevalente l’interesse pubblico generale – ma anche dei cacciatori più avveduti — alla conservazione ed al mantenimento della fauna selvatica”.
“C’è chi è capace di tutto pur di cercare di conservare un bacino elettorale che si sta sciogliendo come i ghiacciai”, si legge in una nota di commento alla decisione del Tar diffusa dalla Lac. “Ogni anno la Regione Lombardia prova a distribuire un po’ di neve venatoria fingendo di sperare che si consolidi, mentre sa benissimo che è destinata a evaporare nelle aule giudiziarie. Milano regala provvedimenti «pronta caccia» a poche ore dall’apertura della stagione (in cosiddetto calendario integrativo regionale è stato pubblicato un giorno prima utile dell’apertura generale della caccia), moltiplicando le specie e ampliando la mobilità delle doppiette con la piena consapevolezza del fatto che i favoLacri illegali saranno impugnati dalle associazioni ambientaliste: lo fa, appunto, per tenersi stretti i cacciatori speranzosi, e solo questi ultimi sembrano non accorgersi di essere presi per i fondelli da decenni”.
“Questa è ancora una volta la cifra della stagione di caccia che si è appena aperta”, prosegue il comunicato. “La Regione l’ha varata approvando un calendario riduttivo pieno di regali rappresentati dalla possibilità di sparare a specie minacciate e di cui l’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale) raccomanda la tutela da tempo, sapendo che naturalmente che la Lac ricorrerà per proteggere le specie, e presentando il suo piano di sterminio solo due giorni prima dell’apertura: la mossa sarebbe servita naturalmente per metterlo al riparo da impugnazioni troppo rapide e deludenti per i cacciatori in attesa. Non è stato così”.
“Con decreto cautelare Tar Lombardia ha sospeso qualsiasi attività venatoria fino al 7 ottobre, con effetto immediato. Ringraziamo l’avvocato Claudio Linzola del foro di Milano che con il suo ricorso ha consentito di raggiungere questo deflagrante risultato. La Lac ha fermato l’ennesimo tentativo di un saccheggio infinito della biodiversità che per qualcuno è irrilevante. Cambia tragicamente il clima, cambia la sensibilità delle persone. Ciò che non sembra cambiare mai è una certa politica trasversale a quasi tutte le forze politiche che continua a sostenere pratiche insostenibili. Quando finiranno i giochi di prestigio ‘fuorilegge’ della Regione e la rapina di una fauna selvatica sempre più impoverita?”.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.