Brescia, petizione per il referendum contro la caccia

La raccolta firme promossa da "Ora Rispetto per gli Animali" prosegue fino ad ottobre. Serve 1 mln di firme per chiedere stop alle attività venatorie.

(red.) Lo scorso 1 luglio, anche nel bresciano, è partita la raccolta firme per portare, dopo oltre 30 anni, la caccia al Referendum.

cacciatore-che-spara

Il Movimento Politico “ORA Rispetto per tutti gli Animali”, principale promotore dell’iniziativa referendaria per abolire o comunque fortemente limitare l’attività venatoria in Italia, chiama alla “mobilitazione di massa gli italiani” invitandoli, subito dopo la pausa estiva, “ad aderire compatti alla campagna di raccolta firme, già in corso, recandosi,  entro il 20 ottobre, presso gli uffici elettorali/anagrafe di tutti i comuni d’Italia (o anche presso le centinaia di banchetti organizzati sul territorio nazionale), dove troveranno la modulistica con i quesiti referendari da firmare”.
Almeno un milione le firme valide che è necessario raccogliere per portare al voto la richiesta di abolizione della caccia.

petizione abolizione caccia

Ne servono 500.000 mila per ogni quesito referendario, affinché le modifiche che “ORA Rispetto per tutti gli Animali” propone di apportare alla legge esistente (Legge 157/92), passino il vaglio della Corte di Cassazione prima e quello della Corte Costituzionale poi (per le verifiche formali e di costituzionalità necessarie) e quindi superino l’iter previsto per l’ammissione al referendum abrogativo che potrebbe tenersi a giugno 2022.

Cosa chiedono i quesiti referendari della petizione? “L’abrogazione dell’art. 842 del Codice Civile, primo e secondo comma: la norma attualmente consente ai cacciatori di entrare armati e sparare e senza chiedere il permesso all’interno delle proprietà private (lì dove i proprietari dei fondi non abbiano preventivamente provveduto a recintare, nelle modalità previste dalla normativa vigente, i loro terreni)”. “La modifica della Legge 157/92: per l’eliminazione della caccia libera, ludica e sportiva, mantenendo intatti gli articoli a tutela delle specie selvatiche e gli abbattimenti selettivi da parte dello Stato (che conserva la prerogativa di eventuale azione necessaria per il contenimento delle specie, in estrema ratio e per motivi di salute pubblica)”.

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“Con il primo quesito referendario vogliamo tutelare la proprietà privata e salvaguardare la vita delle centinaia di persone e animali domestici che ogni anno “casualmente” finiscono sotto i colpi delle carabine dei cacciatori”, ha spiegato il presidente di “ORA Rispetto per tutti gli animali”, Giancarlo De Salvo, “mentre con il secondo riusciremmo concretamente a salvare la vita a milioni di animali uccisi solo per divertimento e il gusto di farlo”.

 

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