Cembre sente il Covid: in calo fatturato e utile, ma investe 3,5 milioni

Nel primo semestre 2020 ricavi dalle vendite a 64,7 milioni (meno 15,9%). L’utile netto è stato di 7,6 milioni di euro, in calo del 38,6%.

Il consiglio di amministrazione di Cembre spa, società bresciana presieduta da Giovanni Rosani e quotata in Borsa al segmento Star, tra i primi produttori europei di connettori elettrici e di utensili per la loro installazione, ha approvato la relazione riferita al primo semestre del 2020.
Come informa una nota della società, per effetto della pandemia di Covid-19 il gruppo ha evidenziato ricavi delle vendite consolidati pari a 64,7 milioni di euro, in diminuzione del 15,9% rispetto ai 76,9 milioni di euro del primo semestre 2019.
Le vendite semestrali in Italia, pari a 25,4 milioni di euro, sono diminuite del 17,5%, mentre quelle estere, pari a 39,3 milioni di euro, sono scese del 14,8%. Nei primi sei mesi dell’anno i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 39,3% in Italia (40,1% nel primo semestre 2019), per il 47,0% nella restante parte dell’Europa (46,5% nel primo semestre 2019) e per il 13,7% fuori dal continente europeo (13,4% nel primo semestre 2019).
Fondata a Brescia nel 1969, Cembre è quotata alla Borsa Italiana dal 15 dicembre 1997 e dal 24 settembre 2001 al segmento Star. Si tratta di una realtà internazionale con la capogruppo nella nostra città e cinque società controllate in Europa e Stati Uniti
Il risultato operativo lordo consolidato (Ebitda) del primo semestre 2020, pari a 15,6 milioni di euro, corrispondenti al 24,1% dei ricavi delle vendite, è diminuito del 25,5% rispetto a quello del primo semestre 2019, pari a 20,9 milioni di euro, corrispondenti al 27,2% dei ricavi delle vendite.
In diminuzione, nel semestre, l’incidenza del costo del venduto mentre rimane stabile l’incidenza del costo per servizi. In crescita l’incidenza del costo del personale, nonostante, per effetto del ricorso alla cassa integrazione nel periodo di blocco delle attività per il contenimento del Covid-19, il valore diminuisca in termini assoluti.
Il numero medio dei lavoratori impiegati dal gruppo nel periodo è passato da 741 a 755 unità, con una crescita, in particolare, nella società Ikuma Kg, che ha evidenziato nel periodo un aumento della forza lavoro media pari a 12 unità.
Il risultato operativo consolidato (Ebit) dei primi sei mesi del 2019, pari a 10,2 milioni di euro, corrispondenti ad un margine del 15,8% sui ricavi delle vendite, è diminuito del 36,9%, rispetto ai 16,2 milioni di euro dei primi sei mesi dello scorso esercizio, pari al 21,0% dei ricavi.
L’utile consolidato prima delle imposte, pari a 10,2 milioni di euro, corrispondente al 15,8% delle vendite, è in calo del 36,4% rispetto a quello del primo semestre 2019, pari a 16,0 milioni di euro e corrispondente al 20,9% delle vendite.
L’utile netto di periodo è stato di 7,6 milioni di euro, in calo del 38,6%, rispetto ai 12,4 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. L’incidenza percentuale dell’utile netto sul fatturato rappresenta quindi l’11,8% delle vendite, contro il 16,1% del primo semestre 2019.
La posizione finanziaria netta consolidata, passata da un saldo positivo di 5,6 milioni di euro al 31 dicembre 2019 ad un valore negativo di 4,7 milioni di euro al 30 giugno 2020, sconta gli effetti del pagamento di dividendi per 15 milioni di euro da parte della Capogruppo e investimenti in immobilizzazioni per 3,5 milioni di euro. Al 30 giugno 2019, la posizione finanziaria netta era negativa per 4,7 milioni di euro.
Gli investimenti effettuati nel periodo ammontano a 3,5 milioni di euro, principalmente in impianti e macchinari, a fronte di investimenti nello stesso periodo del 2019 pari a 5,8 milioni di euro.

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