Morte Jessica Mantovani, assolto dall’accusa di omicidio Giancarlo Bresciani

Il 56enne è stato condannato a due anni e 8 mesi per sfruttamento della prostituzione. Avrebbe costretto la donna, trovata senza vita il 13 giugno del 2019 nella centrale idroelettrica di Prevalle, a "vendersi" in cambio di droga.

Prevalle. Giancarlo Bresciani è stato assolto dall’accusa di avere ucciso Jessica Mantovani e di averne occultato il cadavere nella centrale idroelettrica di Gavardo.
La donna, 37 anni, venne trovata senza vita, dopo una serata trascorsa in casa del 56enne, nell’estate del 2019. Bresciani era l’unico imputato alla sbarra per la morte della 37enne ed è stato condannato a due anni e otto mesi per sfruttamento della prostituzione, perché avrebbe fatto prostituire la vittima pagandola con dosi di droga.
La difesa dell’uomo aveva chiesto il proscioglimento da ogni accusa.
Il processo si è svolto con rito abbreviato. Altri indagati, nel corso del procedimento, sono usciti di scena. Per uno di loro, il 23enne Marco Zocca, la famiglia di Jessica ha presentato istanza di opposizione all’archiviazione.

Jessica, che presentava un ritardo cognitivo ed era tossicodipendente, il 12 giugno del 2019, venne ospitata a casa di Bresciani dove trascorse la serata assumendo sostanze stupefacenti in compagnia dell’uomo e di altre persone, uscite dall’inchiesta.
Quando il padre, che l’aveva accompagnata a Prevalle a casa del 56enne, chiamò Bresciani per andare a riprendere la figlia, l’uomo gli disse che se ne era già andata. Il corpo senza vita di Jessica venne ritrovato il giorno dopo nel cassone della centrale idroelettrica del paese valsabbino.

Nell’abitazione di Bresciani venne rinvenuto del sangue della 37enne. Bresciani si è sempre dichiarato estraneo alla morte della donna, ma la conclusione dell’indagine aveva portato in una sola direzione: sarebbe lui il responsabile del decesso della Mantovani, sul cui cadavere vennero riscontrati i segni di un’aggressione.
La donna, secondo la Procura di Brescia, sarebbe stata presa a pugni e calci, così come emerso dall’esame autoptico effettuato dall’istituto di Medicina legale dell’ospedale Civile di Brescia, e poi gettata, ancora in vita, nell’acqua.
Questo venerdì 16 dicembre la sentenza di assoluzione.

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