Truffa del latte, “Il fatto non sussiste”: assolti i 35 imputati

Alla base dell'accusa i presunti campioni contraffatti finalizzati ad ottenere finanziamenti comunitari. Ma era un "bug" del sistema in utilizzo, all'epoca, dalla Zooprofilattico.

(red.) “Il fatto non sussiste” o “non costituisce reato”. Assolti i 35 imputati del processo per gli indebiti contributi sulla qualità del latte ottenuti, attraverso Regione Lombardia, dalla Comunità europea.
Sul tavolo c’erano 180mila euro di finanziamenti ottenuti da 34 agricoltori tra il 2014 e il 2016. Il 35esimo imputato era il direttore (ora in pensione) del laboratorio di produzione primaria dell’istituto Zooprofilattico di Brescia, Giuseppe Bolzoni.
Secondo l’accusa, gli agricoltori avrebbero ottenuto i soldi comunitari contraffacendo i campioni prelevati nelle stalle e le date dei controlli. Il tutto con la complicità dell’ex numero uno del laboratorio, Bolzoni.

L’accusa è stata però smontata, perchè basata su un equivoco generato dal sistema dei campionamenti, come spiegato dallo stesso ex direttore, ovvero che il macchinario, che stabiliva una media di valore tra i prelievi effettuati, quando individuava un’anomalia, poteva essere eseguito un prelievo “di recupero”, senza tuttavia che si potesse modificare la data, che rimaneva quella del primo prelievo. Un “bug” del sistema segnalato più volte, ma a cui si è riusciti a porre rimedio solo nel 2016. Dopo cinque anni dai fatti contestati, l’assoluzione per tutte le persone coinvolte.

 

 

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