Traffico rifiuti, assoluzione per i Brunori

Il presidente e l'amministratore della Ferriera Valsabbia erano indagati in un'inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti provenienti dalla Campania.

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    tribunale slide(red.) Sono stati assolti gli imprenditori bresciani Giovanni Battista Brunori e il figlio Ruggero, presidente e amministratore della Ferriera Valsabbia, indagati in un’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti provenienti dalla Campania.
    Erano 18 gli imputati accusati a vario titolo di violazione dell’articolo 260 del testo unico in materia ambientale chiamati a processo il 26 maggio del 2013. Tra questi i responsabili della Faeco, quelli della Ferriera Valsabbia di Odolo, i manager di un’azienda di Frattaminore (Napoli) e di un’altra di Caserta e i rappresentanti di un’acciaieria friulana, tutti implicati in una vicenda di smaltimento illecito di rifiuti.
    Le indagini, avviate dalla Procura di Napoli, sono passate poi per competenza territoriale, alla direzione distrettuale antimafia di Brescia. Il traffico riguarderebbe carcasse di auto trasferite al nord come già trattate, ma le cose, secondo la procura di Brescia sarebbero andate diversamente.
    I rottami sarebbero partiti invece non trattati e poi portati al nord con certificazioni e analisi false,  da un´azienda della provincia di Caserta. La destinazione erano le province di Brescia (Odolo), ma anche in quella di Udine, a San Giorgio di Nogaro. Una volta sottoposte a triturazione e miscelazione, il “fluff” sarebbe poi stato conferito alla discarica Faeco di Bedizzole.
    I Carabinieri del Nucleo Operativo ecologico, nell’ottobre del 2007 misero sotto sequestro le due aziende bresciane che si sono sempre difese sostenendo di aver operato nel pieno della legittimità e secondo le autorizzazione di legge.
    L’inchiesta aveva messo in luce un traffico di rifiuti che si era sviluppato tra il 2000 e il 2005 tra un impianto di trattamento rifiuti di Frattaminore, nel Napoletano, il Bresciano e il Friuli.
    Il tribunale ha condannato Francesco Giordano a 4 anni e 5 mesi e 10 giorni di reclusione per aver smaltito rifiuti pericolosi in violazione della normativa, aver trasportato alla Ferriera Valsabbia «veicoli fuori uso» non bonificati e con documentazione accompagnatoria falsa. Condanna a 3 anni anche per Angelo Giordano. I giudici hanno anche deciso il pagamento di una provvisionale di 100 mila euro al Ministero dell’Ambiente, parte civile nel processo.

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