Green Hill, tre condanne e un’assoluzione

Un anno e sei mesi Ghislane Rondot e Renzo Graziosi, veterinario. Un anno al direttore Roberto Bravi, per maltrattamento e uccisione di animali.

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    green hill blitz beagle(red.) Il Tribunale di Brescia ha condannato tre dei quattro imputati per la vicenda dell’allevamento di Green Hill, un allevamento di cani beagles destinati alla vivisezione e agli esperimenti scientifici.
    Un anno e sei mesi Ghislane Rondot, co-gestore di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, e Renzo Graziosi, veterinario. Un anno al direttore Roberto Bravi. Assolto invece il secondo gestore Bernard Gotti per non aver commesso il fatto.
    Il pm Ambrogio Cassiani che aveva chiesto pene dai due anni ai tre anni e sei mesi.
    La struttura di Montichiari fu chiusa nel 2012. Da allora, gli oltre 2600 beagle rimasti nella struttura – per scopi di vivisezione – furono dati in adozione nell’agosto 2012, dopo il sequestro probatorio dell’allevamento.
    La sentenza prevede anche il divieto di allevare cani per due anni e un risarcimento di 30 mila euro a favore della Lav (Lega anti vivisezione).
    Un secondo filone dell’inchiesta Green Hill comprende le responsabilità nella gestione dei cani: l’ispezione consentì di scoprire quattrocento beagle non registrati e un frigorifero-cimitero dove giacevano un centinaio di cani morti, secondo gli inquirenti eliminati illegalmente perché lievemente affetti da patologie curabili come la dermatite.

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